I minuti neri by Solares Martìn

I minuti neri by Solares Martìn

autore:Solares Martìn [Martìn, Solares]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788865761120
Google: U1ORQT5E9uIC
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2011-06-08T15:18:48+00:00


10

L’anno in cui scoppiò il caso dello Sciacallo, il dipartimento di polizia compiva cento anni di vita, ventinove dei quali sotto la direzione del comandante García. Il primo caso di cui si ha memoria, nella seconda metà del XIX secolo, fu l’assassinio di un ricco allevatore di bestiame, nella sua stessa casa. Siccome allora non c’era un corpo di polizia a Paracuán, la giunta municipale decise di assoldare due noti cacciatori, molto stimati in città, per trovare il colpevole: i signori Mariano Vela e Aurelio Santos, meglio conosciuti come Vela e Santos. A partire dagli anni trenta, l’incarico fu affidato a Miguel Rivera. Per quattro lunghi decenni, fu lui la mente dell’ufficio, il vero direttore del dipartimento. Il comandante García era più un politico che un detective. Per quanto non possedesse il talento dei suoi predecessori, indubbiamente era nato per dirigere e resistere alle pressioni. Il fatto che fosse riuscito a mantenere quel posto era dovuto, in buona parte, alle alleanze con i governatori e alla capacità di individuare buoni agenti, che finivano per reggere tutto il peso delle indagini. Era stato il caso di Miguel Rivera, e adesso era quello di Wong, dell’Evangelista, del Travolta – che in realtà funzionava soltanto in combinazione con el Chaneque – e, ovviamente, di Vicente Rangel.

Quest’ultimo era impegnato a disegnare spirali su un foglio bianco quando sulla sua scrivania cadde un pacchetto di Faros.

«Scusi il ritardo, ma ho dovuto andare fino alla via centrale. Ha bisogno d’altro?»

Non si vedeva nessuno in giro. Gli altri colleghi erano andati a mangiare, allora Rangel chiese a Romero di dargli il cambio e gli offrì una sigaretta.

«Hai visto Taboada a pranzo?»

«Sì, come no: era al Jardín de rosas che parlava con il professor Edelmiro.»

«Edelmiro Morales?»

«Sì.»

«Sei sicuro?»

«E perché dovrei sbagliarmi?»

Il professor Edelmiro era il leader del Sindacato insegnanti di tutto lo Stato.

«Chi c’era con loro? Cruz?»

«No, il signor Cruz no. C’erano altre persone che non conosco, e il signor Chávez.»

«Va’» disse Rangel «e portami un caffè.»

Si stupì che el Travolta si vedesse con il professor Edelmiro. Per diversi minuti pensò e ripensò a quell’informazione. Poi rilesse i suoi appunti sul bar León, finché ebbe un primo sospetto. Merda, si disse, prima di fare qualsiasi passo devo trovare nuovi indizi. Se voglio arrestare quel tizio devo avvicinarmi a spirale, per evitare rappresaglie. Voleva accendersi una sigaretta, ma l’accendino gli scivolò dalle dita: Porca puttana. Gli si erano screpolate le mani e ne stava perdendo la sensibilità. Se continua così, finiranno per sanguinarmi.

Alle quattro e mezzo vide salire il comandante García, che si dirigeva verso il suo ufficio. Dietro di lui entrò Lolita, tacchettando. «Dottore, l’hanno chiamata dalla presidenza municipale…»

E chiusero la porta.

Ancora preoccupato all’idea che il sospetto potesse essersi lamentato con il capo, Rangel si alzò e guardò dalla finestra, in direzione dei moli. Venti minuti dopo vide arrivare el Travolta. Il ciccione posteggiò l’auto di servizio e ne fece scendere un uomo in manette, una persona che lui conosceva. Cazzo, si disse, Taboada ha arrestato il Profeta.



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