I miti del nostro tempo by Umberto Galimberti

I miti del nostro tempo by Umberto Galimberti

autore:Umberto Galimberti [Galimberti, Umberto]
Format: epub, mobi
ISBN: 9788807171628
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2010-01-23T03:00:00+00:00


8. La modificazione del nostro modo di pensare e di sentire

Martin Heidegger, forse perché non lontano dall'ideologia nazista, dopo aver visto il "teatro sperimentale di provincia" di cui parla Günther Anders, aveva compreso in anticipo l'età della tecnica, a proposito della quale ha scritto:

Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l'uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.10-41

Oggi, infatti, disponiamo unicamente di quel tipo di pensiero che Heidegger chiama "calcolante (Denken als rechnen)", in grado solo di far di conto, di rispondere al richiamo dell'utile e del vantaggioso, di operare unicamente in quel breve tratto che connette i mezzi ai fini in modo da ottimizzarne l'impiego al minor costo possibile. Anche la bellezza rientra in questo meccanismo, perché persino l'opera d'arte diventa tale quando entra nel mercato, che è calcolo, valutazione. Sembra infatti che anche l'arte non abbia valore in sé, se a sua volta non entra nel mercato diventando quindi "calcolabile". In questo modo non sappiamo più cos'è "il bello", cos'è "il buono", cos'è "il giusto", cos'è "il virtuoso", cos'è "il santo", cos'è "il vero".

Ci sono ancora dei pensieri liberi, ma non sono più che un passatempo, un esercizio domenicale. Non incidono realmente su ciò che accade nel mondo, dove tutto ruota intorno all'utilità, all'ottimizzazione del rapporto mezzo-fine.

In questo modo la tecnica modifica radicalmente il nostro modo di pensare, perché le macchine, anche se ideate dagli uomini, ormai contengono un'oggettivazione dell'intelligenza umana decisamente superiore alla competenza dei singoli individui. La memoria di un computer è decisamente superiore alla nostra memoria. E anche se si tratta di una memoria "stupida", frequentandola, essa modifica il nostro modo di pensare, traducendolo da "problematico", come sempre è stato, in "binario", secondo lo schema 1/0, che ci rende idonei a dire solo "sì" o "no", al massimo "non so".

Non è un caso che il pensiero umano si è evoluto proprio quando ha superato questo tipo di impostazione. Il pensiero primitivo, infatti, era fondato sui binomi: luce e tenebre, giorno e notte, terra e cielo. Due erano i parametri all'inizio della nostra storia. Poi abbiamo cominciato a pensare in modo problematico e complesso. Oggi questo tipo di pensiero implode nuovamente in una logica binaria, che ritroviamo nelle trasmissioni a quiz che fanno da traino ai telegiornali, negli esami di maturità, persino nelle ammissioni all'università.

Né vale l'obiezione secondo cui la tecnica è buona o cattiva a seconda dell'uso che se ne fa, perché a modificarci non è il buono o il cattivo uso, ma, come ci ricorda Anders, "il solo fatto che ne facciamo uso".10-42 Il suo utilizzo ci modifica. Parlare con i nostri amici attraverso una chat significa subire una trasformazione nella modalità di relazione, perché discutere via chat è diverso che incontrarsi vis-à-vis. Se



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