I Principi D'Irlanda by Edward Rutherfurd

I Principi D'Irlanda by Edward Rutherfurd

autore:Edward Rutherfurd
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2012-09-01T22:00:00+00:00


In quel momento scendevano a terra i cavalli. Dal punto sulla spiaggia in cui si trovava, Peter poteva vedere perfettamente re Diarmait, già in sella, e il signore de la Roche, il nobile fiammingo al comando delle operazioni. Erano sbarcati a una certa distanza dalla città di Wexford. Roche aveva già provveduto a organizzare le difese, ma per il momento nessuno era uscito dalla città a sfidarli. Wexford era un piccolo porto con modesti bastioni, non diversi da quelli che Peter aveva visto nel Galles meridionale. Paragonato a una vera e propria castellania o alla grande città di Bristol, era cosa da nulla: l'avrebbero presa senza difficoltà. Per il momento, tuttavia, a Peter non restava che aspettare.

«Be', arrivederci.» L'amico di Peter stava prendendo congedo. Mentre i soldati drizzavano il campo, per lui era giunto il momento di partire. Durante il viaggio, aveva avuto modo di ringraziare il giovane padre Gilpatrick. Il prete era maggiore di Peter di soli cinque anni, ma sapeva molte più cose. Aveva trascorso gli ultimi anni nel famoso monastero di Glastonbury, a sud di Bristol, e adesso tornava a Dublino dove suo padre gli aveva procurato un incarico presso l'arcivescovo. Si era imbarcato sulla nave diretta a Wexford perché intendeva risalire la costa alla volta del santuario di Glendalough dove avrebbe brevemente sostato prima di dirigersi a Dublino.

Accortosi che Peter era giovane e probabilmente si sentiva smarrito, il gentile sacerdote aveva trascorso molte ore in sua compagnia. Peter gli aveva raccontato tutto di sé, e in cambio lui gli aveva parlato della sua famiglia, dell'Irlanda e delle costumanze locali.

La sua erudizione era straordinaria. Fin dall'infanzia aveva parlato l'irlandese e il norreno, ed era diventato anche un buon conoscitore di latino. Durante la permanenza a Glastonbury, in Inghilterra, si era familiarizzato anche con l'inglese e con il francese normanno.

«Suppongo che potrei essere un latimer. è il nome che noi uomini di chiesa diamo agli interpreti» gli aveva spiegato con un sorriso.

«Sei probabilmente meglio di Regan, l'interprete di re Diarmait» aveva commentato ammirato Peter.

«Oh, questo non oserei dirlo.» Gilpatrick aveva riso, ma non senza un certo compiacimento.

Peter, gli aveva assicurato, avrebbe di certo imparato senza troppe difficoltà il celta parlato dagli irlandesi. «Le lingue dell'Irlanda e del Galles sono cugine» aveva spiegato. «La principale differenza sta in un'unica lettera. Quella che noi pronunciamo "q", voi nel Galles la pronunciate "p". E in Irlanda, per esempio, per designare "il figlio di" noi diciamo "Mac", e voi nel Galles dite invece "Map". Ci sono molte altre differenze, naturalmente, ma nel tempo che ci metterai a scoprirlo non ti riuscirà difficile capire quello che ti viene detto.»

Aveva dato a Peter qualche notizia su Dublino; a dire il vero, quando l'irlandese ne aveva pronunciato il nome, a Peter era suonato simile a "Duvlin". A quanto sembrava, il porto irlandese era grande quasi come Bristol, e Gilpatrick non aveva mancato di fornirgli anche qualche notizia sulla situazione politica dell'Irlanda.

«Per quante vittorie sarete in grado di assicurare a re Diarmait contro i suoi nemici,



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