I ragazzi addormentati by Anthony Passeron

I ragazzi addormentati by Anthony Passeron

autore:Anthony Passeron [Passeron, Anthony]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Guanda
pubblicato: 2023-04-16T22:00:00+00:00


ELISA

A partire dal febbraio 1983, quando la responsabilità del LAV nella comparsa dell’AIDS è ancora tutta da stabilire, ogni sabato mattina all’Istituto Pasteur si discute dell’elaborazione di uno screening. Per eseguire i test sierologici, Luc Montagnier dispone esclusivamente del metodo RIPA, una tecnica macchinosa, lunga e costosa, inadeguata vista l’urgenza della situazione. Nel corso delle prime riunioni si decide dunque di sviluppare un metodo più efficace. Mentre i «pastoriani» continuano a osservare il virus nei malati, Françoise Brun-Vézinet, che dirige il laboratorio di virologia al Claude-Bernard, e la sua allieva, Chris­tine Rouzioux, si consacrano alla messa a punto del test. Si interessano a una tecnica sierologica recente, chiamata ELISA, che permette di individuare la presenza di anticorpi nei campioni per mezzo di una reazione chimica. Françoise Brun-Vézinet ha già adattato questa tecnica per rilevare i citomegalovirus, virus appartenenti alla famiglia degli herpes. Procederà allo stesso modo per il LAV. Ma per identificarne gli anticorpi caratteristici occorrono degli antigeni specifici. L’ospedale Claude-Bernard non ha risorse sufficienti per coltivarli. La collaborazione con l’Istituto Pasteur si rivela dunque decisiva.

Il 13 luglio 1983 il professor Montagnier affida i primi antigeni alle colleghe del Claude-Bernard. Queste li rintracciano, li osservano, si esercitano a riconoscere gli anticorpi presenti e mettono a punto una prima serie di test. Nel giro di una settimana ottengono dei risultati preliminari incoraggianti. A partire dal 20 luglio alcuni test sui campioni di persone infette danno dei buoni risultati, ma in percentuali ancora troppo basse. A settembre, dopo avere ulteriormente perfezionato il metodo, tra il 30 e il 40% dei prelievi eseguiti sui malati danno esito positivo. Al tempo stesso, anche alcuni prelievi eseguiti sui campioni sani risultano positivi. Ma la percentuale troppo esigua di «veri positivi» e la presenza ancora importante di «falsi positivi» non scoraggia le due virologhe.

All’epoca i pazienti individuati in Francia sono ancora pochi se paragonati alle centinaia di casi rilevati negli Stati Uniti. Françoise Brun-Vézinet e la sua allieva non hanno materiale sufficiente su cui lavorare. Si rivolgono così al CDC di Atlanta che accetta di inviargli grosse quantità di siero infetto.

Nella primavera del 1984, la rivista The Lancet pubblica un articolo che descrive i risultati di uno studio francese condotto su oltre cinquecento persone infette. L’esperimento ha permesso di rilevare nel sangue dei pazienti anticorpi specifici che agiscono contro il LAV. Certo, di fronte all’assalto di questo retrovirus il sistema immunitario crolla, ma non capitola senza prima aver combattuto. Sono proprio questi anticorpi inutili a tradire la presenza del virus nell’organismo.

Bisognerà aspettare ancora mesi prima che la tecnica ELISA adattata al virus dell’AIDS sia sufficientemente affinata per costituire uno strumento di screening soddisfacente. Alla fine del 1984, la procedura sviluppata dall’ospedale Claude-Bernard e dall’Istituto Pasteur è in grado di rilevare gli anticorpi del virus LAV nel 90% dei casi, senza mostrare «falsi positivi». Quei lunghi mesi di lavoro al fianco di Françoise Brun-Vézinet saranno oggetto della tesi in virologia di Christine Rouzioux.

Il test collaudato e brevettato dall’Istituto Pasteur, come pure quello sviluppato dai concorrenti americani dei laboratori Abbott, sarà disponibile sul mercato solo nell’estate del 1985.



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