I vampiri di Marchwood. Taken by Shalini Boland

I vampiri di Marchwood. Taken by Shalini Boland

autore:Shalini Boland [Shalini Boland]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-02-14T23:00:00+00:00


Capitolo 24

2024

«Shopping natalizio, eh?»

«Come? Ah, ehm, sì».

«Preso niente di carino per la fidanzatina?»

«Io non ho una…».

«Lascia che ti dia un consiglio, ragazzo: bisogna sempre prendere qualcosa di carino alle ragazze per Natale e per i compleanni. È il modo migliore per tenersele strette».

«Giusto. Grazie».

Chiacchierare con il tassista era proprio l’ultima cosa che Ben aveva voglia di fare. Per carità, il tizio sembrava anche simpatico, ma il cervello di Ben era intrappolato in una spirale discendente a dir poco catastrofica. Non Morris. Non Morris. Quelle parole continuavano a ripetersi nella sua mente senza sosta. Non era possibile, doveva trattarsi per forza di una coincidenza. Eppure… I conti tornavano, e anche fin troppo bene.

«Che tempo orribile», esclamò il tassista. «Ho i tergicristalli alla massima velocità».

«Come ha detto, scusi?»

«I tergicristalli… ho dovuto azionarli alla massima velocità, ma non fanno uno straccio di differenza. Sembra il diluvio universale, là fuori».

«Eh già», rispose Ben, fissando i rivoli di pioggia che colavano lungo il parabrezza. Un profumatore per auto a forma di fiocco di neve penzolava dallo specchietto retrovisore, sprigionando un profumo sintetico di finti aghi di pino che gli si era insinuato fin dentro le narici, provocandogli un senso di nausea.

«Posso sfiorare al massimo i trenta chilometri orari. Più veloce di così non posso andare, non su queste curve».

Attaccata al cruscotto, in una cornice dorata, c’era una foto che ritraeva una donna e due ragazzine adolescenti che sorridevano. La famiglia del tassista, ipotizzò Ben.

«Ma guarda quell’idiota!».

Il ragazzo alzò gli occhi dal cruscotto e vide un’auto che li sorpassava.

«Si farà ammazzare», sentenziò il tassista scuotendo la testa. «E così sì che non arriverà prima!».

All’improvviso Ben si rese conto che il fatto di aver rinvenuto il cartoncino appallottolato nella raccolta differenziata aveva perfettamente senso. Certo, se fosse stato lui, avrebbe preferito bruciare la carta in modo da sbarazzarsi delle prove. Ma a quanto pareva, Morris non guardava molti film polizieschi. Perché l’avrebbe fatto, però? Che cosa ci avrebbe guadagnato a tradirli? Soldi? Ed Esther ne era al corrente? Ben si sentì malissimo, tremante e a disagio. Come avrebbe fatto ad affrontare quella donna, ora che sapeva ciò che sapeva? Non riusciva a decidere cosa sarebbe stato peggio: se Esther fosse stata coinvolta nell’intera faccenda o se fosse rimasta devastata dallo scoprire cosa tramava Morris. Ben si accorse di essere davvero spaventato all’idea di tornare a casa.

«Accosti», disse.

«Come, prego?»

«Accosti!». Era a tanto così dal mettersi a sbraitare.

«Eh? Devo fermarmi? Aspetta, devo prima trovare un posto dove poterlo fare. Non stai per vomitare, vero? Ho pulito la macchina proprio stamattina. Non avrai mica bevuto? Quanti anni hai? Di sicuro sarai minorenne». Mise la freccia e accostò in un punto in cui il ciglio della strada si allargava un po’.

«Grazie», disse Ben. «Possiamo restare fermi qui per qualche minuto? Ho bisogno di pensare».

«Be’», gli rispose il tassista, con un’aria un po’ scocciata. «Sì che possiamo. Però il tassametro continuerà a correre. Non posso mica starmene fermo qui all’infinito per tutta la notte. Non con questo tempo. Dovevo…».

«Guardi», lo interruppe Ben, tirandosi fuori dalla tasca una mazzetta di banconote.



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