Il diritto di annoiarsi by Anna Silvia Bombi;Daniele Malaguti;

Il diritto di annoiarsi by Anna Silvia Bombi;Daniele Malaguti;

autore:Anna Silvia, Bombi;Daniele, Malaguti; [Bombi, Anna Silvia Malaguti, Daniele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815374844
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-08-14T22:00:00+00:00


E che c’è di meglio di un dispositivo tascabile che sembra capace di offrire di tutto, dalla musica alla ricetta di cucina, dal gioco al gossip, ecc.? Purtroppo la struttura dei programmi è tale che costringe a scorrere le pagine con i contenuti come su un nastro infinito, e per di più farcito di pubblicità; così nel cercare ciò che interessa si resta presi dalla consultazione, si perde il controllo del tempo e «un’occhiata giusto per vedere se mi è arrivata una notifica» si trasforma facilmente in mezz’ora o più di pollici strisciati sullo schermo.

Come se non bastasse, le applicazioni sono costruite in modo da mantenere le persone agganciate, evidenzia Marco Fasoli, esperto di scienze cognitive e nuove tecnologie. Il «gancio» si basa, egli dice, sulla cosiddetta randomizzazione delle ricompense, un meccanismo psicologico studiato dal comportamentismo e che sfrutta l’impossibilità di sapere con certezza quando una data azione sarà premiata, per indurre la persona a compiere quell’azione in modo compulsivo. È la logica della slot-machine, per cui si spera sempre che la prossima volta in cui si schiaccia la leva sarà quella buona! Nei social le «ricompense» sono le notifiche, dalle quali si ricava un sia pur breve interesse o piacere: può trattarsi del like a un post, di una nuova foto su Pinterest, di un commento positivo a una storia su Instagram, o quant’altro. Questi messaggi sono strutturati in modo da essere inviati senza alcuna regolarità, così che l’utente cade nella trappola delle ricompense randomizzate, e l’impulso a usare lo smartphone diviene irresistibile.

La costante diffusione delle nuove tecnologie e lo sviluppo di software sempre più orientati ad agganciarci si sono uniti, nel corso della pandemia da Covid-19, ad alcuni fattori dirompenti: ansia per l’esposizione al virus e per le sorti dei contagiati; noia per il confinamento e per le attività lavorative o scolastiche condotte in solitudine; depressione per l’isolamento sociale, quando non addirittura per la perdita di qualche caro. Questa miscela di ansia, noia e depressione è una combinazione potente per l’esplosione della dipendenza da internet e dagli smartphone che si è registrata negli ultimi anni, rinforzata anche dall’uso necessario dei personal computer e dei cellulari: da parte dei giovani per la didattica a distanza e da parte degli adulti per l’introduzione massiccia dello smart working.

Che gli strumenti digitali potessero esercitare un forte richiamo come strumenti di fuga non solo dalla noia, ma anche da ansia e depressione lo si sarebbe potuto prevedere dalle ricerche degli anni precedenti. Ad esempio già nel 2016 Tayana Panova e Alejandro Lleras avevano pubblicato una ricerca con studenti di un’università statunitense riscontrando una diffusa tendenza all’evasione tramite ICT (Information and Communication Technology) o, come si dice con l’ennesimo neologismo di matrice anglosassone, all’escapismo. Gli escapismi non sono però tutti uguali: se si sta cercando solo un sollievo dalla noia il rischio di un esito psicopatologico è basso; se invece si spera di fronteggiare ansia o depressione il fallimento è in agguato. Infatti, il sollievo da queste emozioni è rapido, ma non duraturo, e si stabilisce una pericolosa dipendenza legata al circuito della dopamina.



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