Il lato oscuro dell'amore by Rafik Schami

Il lato oscuro dell'amore by Rafik Schami

autore:Rafik Schami [Schami, Rafik]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
ISBN: 9788811137115
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-09-19T16:00:00+00:00


130. Epilessia

Nonostante avesse sentito la campana, non riuscì a svegliarsi. Solo quando Marcel lo scosse, Farid ritornò lentamente in sé e si alzò sul letto. Sentiva la tempia destra martellargli dolorosamente. Avrebbe preferito rimanere a letto, ma aveva paura di essere disprezzato dai suoi compagni, perché la pigrizia era come un tradimento: gli altri avrebbero dovuto svolgere anche la sua parte di lavoro. Era un sistema diabolico, in cui perfino i patres e i frères andavano a lavorare anche con la febbre, per non perdere la stima degli altri. E dopo la lezione Farid era stato destinato al lavoro nell’aranceto insieme ad altri cinque studenti.

Cercò dunque di alzarsi, ma stava quasi per svenire. Si tenne al letto, finché non si sentì un po’ meglio. Infine barcollò fino alla lavanderia e mise la testa sotto un getto di acqua fredda.

A lezione si sentì un po’ più fresco. Ma poi successe, poco dopo la preghiera di nona, alle cinque. Stava scavando un solco con la vanga intorno a un giovane albero di arance per togliere dal terreno le erbacce, sotto la guida di frère Jakob, che per conto suo lavorava per tre. Di colpo vide nero davanti agli occhi, perse coscienza e cadde a terra. Quando ritornò in sé, la prima cosa che sentì fu la voce di Gabriel. Aprì gli occhi e vide il viso preoccupato di frère Jakob. A una certa distanza stava passando Bulos, senza curarsi di lui. «Dov’è Claire?» chiese piano Farid, ma poi comprese di averla vista solo in sogno. La nuca gli doleva per il colpo preso. Era caduto all’indietro rigido come un bastone, gli raccontò frère Jakob. Farid si pulì la bava agli angoli della bocca. Questa è epilessia, pensò spaventato, e si ricordò di Hassan, l’ambulante, che nel vicolo Saitun vendeva d’estate gelati e d’inverno dolciumi. Hassan perdeva conoscenza almeno una volta all’anno e si diceva che fossero i ginn, che a quanto pareva lo amavano e di tanto in tanto lo portavano via, affinché cantasse loro qualcosa.

Gabriel accompagnò il malato nel dormitorio. Quando Farid si sedette sfinito sul letto, rimase in piedi accanto a lui ancora per un po’. «Tu sei mio compagno di sventura», disse. Accarezzò con la mano la fronte di Farid e se ne andò.



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