Il libro segreto dei papi by Tim C. Leedom e Maryjane Churchville

Il libro segreto dei papi by Tim C. Leedom e Maryjane Churchville

autore:Tim C. Leedom e Maryjane Churchville
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2014-09-25T04:00:00+00:00


Lo scellerato governo delle prostitute

Liutprando, vescovo di Cremona, che nell’Antapodosis ripercorre la storia papale dall’886 al 950, ci ha lasciato un bel quadretto delle nefandezze di papi e vescovi, forse venato da un pizzico di invidia: «Essi andavano a caccia con cavalli bardati d’oro; quando la caccia era finita, banchettavano sontuosamente fra le danze delle ragazze, poi si ritiravano per giacere con queste sgualdrine in letti dalle lenzuola di seta e dalle coperte ricamate d’oro. Tutti i vescovi romani erano sposati e le loro mogli si facevano vesti di seta coi paramenti sacri». Le amanti di questi ecclesiastici erano le signore dell’aristocrazia cittadina, oltre alle «due voluttuose donne dell’impero», Teodora e sua figlia Marozia, che «spadroneggiarono sul papato del X secolo» (Liutprando, op. cit.). Il cardinale Cesare Baronio (1538-1607), celebre storico ecclesiastico, definì questo periodo come il “governo delle prostitute”, che «cedette il posto all’ancor più scandaloso regno dei puttanieri» (Annales Ecclesiastici, folio III, Anversa 1597). Tutto ciò che apprendiamo da Liutprando su Teodora è che constrinse un giovane e avvenente sacerdote a ricambiare la sua passione, facendolo poi nominare arcivescovo di Ravenna. In seguito, lei stessa richiamò a Roma l’amante e lo fece nominare papa Giovanni X (914-928).

Questo pontefice viene ricordato soprattutto come condottiero. Egli scese direttamente in battaglia contro i saraceni e li sconfisse. Era solito indulgere al nepotismo, cioè arricchì la sua famiglia con varie cariche, e il suo comportamento aprì la strada a un’ulteriore degradazione del papato. Invitò in Italia gli ungheresi, che ai suoi tempi erano ancora una popolazione semi-civilizzata, affinché sconfiggessero i suoi nemici, attirando così una terribile piaga nel Paese. Nella sua condotta privata, politica o diplomatica non vigeva alcun principio. Giovanni respinse Teodora e sedusse la graziosa figlia di Ugo di Provenza, facendola entrare nella sua camera da letto (papale). L’offesa Teodora sposò quindi Guido, marchese di Toscana, con cui organizzò un complotto contro il pontefice. La donna morì all’improvviso, ma si sospetta l’avvelenamento; dopodiché Giovanni X litigò aspramente con Marozia e coi principali nobili romani. Il papa aveva chiamato a Roma il fratello Pietro, lo aveva elevato al rango nobiliare e gli riservava le cariche più lucrose che i nobili di antica aristocrazia ritenevano loro appannaggio esclusivo. Si scatenarono delle lotte intestine. I nobili guidati da Marozia cacciarono dalla città Pietro, Giovanni e le loro truppe. Il papa e il fratello ricostituirono le forze armate e tornarono a Roma; sennonché, un contingente dell’esercito di Marozia sbarrò loro la strada verso il Palazzo del Laterano, uccidendo Pietro davanti agli occhi del papa, che poi fu lui stesso catturato, deposto nel maggio 928 e ucciso per soffocamento a Castel Sant’Angelo.

Marozia e la sua fazione elessero allora Leone VI (928), ma sette mesi dopo lo sostituirono con un nuovo pontefice, Stefano VIII [VII], che regnò per due anni. Poi venne eletto Giovanni XI (910-936, pontificato 931-935), figlio illegittimo della donna e del defunto papa Sergio III, come «conferma Flodoardo, un affidabile cronista dell’epoca» (John, The Popes: A Concise Biographical History, cit., p. 162). Sergio



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