Il ministero della clorofilla by Roberto Bovati

autore:Roberto Bovati [Roberto Bovati]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

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L'allarme sul degrado ambientale degli oceani lanciato dall'Università di Oxford e dall'IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, sembra progredire sempre più velocemente. Il calo dei livelli di ossigeno nel mare in combinazione con l'inquinamento chimico e la pesca eccessiva stanno minando la capacità dell’oceano di resistere.

Pare che l'aggiornamento sulla salute degli oceani che denuncia il pericolo di estinzione di tantissime specie marine sia finito tra le molte preoccupazioni dimenticate. L'acidificazione delle acque marine è direttamente connessa all'aumento di anidride carbonica e il processo erosivo supererà la calcificazione dei coralli che permette la costruzione della barriera corallina e sarà causa di estinzione di molte specie e di declino della biodiversità globale.

Tra meno di trent’anni saranno ridotti i ghiacci stagionali, compresa la scomparsa del ghiaccio marino artico estivo. Aumenterà la stratificazione dei livelli oceanici, con conseguente diminuzione di ossigeno e assisteremo a maggiori fuoriuscite di metano dai fondali marini artici.

Questo significa che molti organismi si troveranno in ambienti non più adatti alla loro vita e che questi impatti avranno conseguenze a catena per la biologia marina, compreso il cambiamento della dinamica della catena alimentare e la proliferazione di agenti patogeni.

La gestione della pesca non riesce ancora a fermare il declino delle specie chiave e i danni agli ecosistemi dai quali dipende la vita marina.

Gli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio sono insufficienti in termini di garanzia di sopravvivenza della barriera corallina e di altri effetti biologici di acidificazione.

Gli effetti a catena dei cambiamenti climatici nel mare, come la liberazione di metano dallo scioglimento del permafrost e lo sbiancamento dei coralli, significano che le conseguenze per la vita umana e l’oceano potrebbero essere anche peggiori rispetto alle previsioni.

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