Il mondo e l'occidente by Arnold J. Toynbee

Il mondo e l'occidente by Arnold J. Toynbee

autore:Arnold J. Toynbee [Toynbee, Arnold J.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


IV

L’Estremo Oriente e l’Occidente

Nell’ultimo capitolo si suggerì che il nostro modo di vivere occidentale fosse più straniero agli indù che non ai russi e ai musulmani, perché quello indù conteneva soltanto una piccolissima dose degli ingredienti greci ed ebraici che costituiscono il retaggio comune di Islam, Russia ed Occidente. L’Estremo Oriente ha in comune con l’Occidente meno ancora di quanto non abbia il mondo indù nel suo fondo culturale. È vero che nell’arte estremo-orientale è riscontrabile l’influsso dell’arte greca; ma quest’influsso greco raggiunse l’Estremo Oriente per via indiana; venne al seguito di una religione indiana – il buddismo – che conquistò il mondo estremo-orientale come il mondo greco-romano era stato conquistato dalla religione giudaica del cristianesimo. È anche vero che un’altra religione giudaica – l’Islam – diffusasi per conquista sulla maggior parte dell’India si diffuse anche mediante penetrazione pacifica ai margini occidentali della Cina. Dunque l’Estremo Oriente, al pari dell’India, era già stato esposto agli influssi del nostro mondo greco-giudaico prima di subire nel secolo sedicesimo l’assalto della moderna civiltà occidentale; ma in Estremo Oriente questi influssi greco-giudaici preoccidentali furono ancor più esigui che in India; troppo esigui per spianare la strada all’avvento dell’affine civiltà occidentale. E così, quando nel secolo sedicesimo i pionieri portoghesi della civiltà occidentale fecero i loro primi approdi sulle rive della Cina e del Giappone, vi piombarono come ignoti visitatori d’un altro pianeta.

L’effetto sortito da questa prima visita dell’Occidente moderno sui sentimenti dei popoli estremo-orientali fu misto. Fu una instabile miscela di fascino e ripulsione, e in questo primo incontro prevalse alla fine il senso di ripulsione. Quest’ondata cinquecentesca di intrusi occidentali venne ricacciata nell’Oceano da cui così inattesamente aveva fatto irruzione sulle rive d’Estremo Oriente; dopodiché Giappone, Corea e Cina chiusero tutte le porte di casa e si misero a vivere finché fosse possibile da «regni eremiti». La faccenda però non finì qui. Espulsi dal Giappone nel secolo diciassettesimo e dalla Cina nel diciottesimo, gli intrusi occidentali moderni tornarono alla carica nel diciannovesimo; e in questo secondo tentativo riuscirono a introdurre in Estremo Oriente il modo di vivere occidentale, come già erano riusciti a introdurlo in Russia e in India, mentre nel mondo islamico cominciavano a farlo.

In tale situazione quali differenze possiamo scorgere che spieghino la differenza dei risultati sortiti dai due tentativi occidentali di accaparrarsi l’Estremo Oriente?

Una differenza ovvia è quella tecnologica. Nei secoli sedicesimo e diciassettesimo, le navi e le armi occidentali non erano così nettamente superiori a quelle estremo-orientali da conferire agli intrusi occidentali la supremazia. In questa prima ripresa dell’incontro fra le due civiltà, gli estremo-orientali rimasero padroni del campo; e quando decisero di rompere i rapporti, i visitatori occidentali non poterono opporvisi. Ma quando gli occidentali riapparvero al largo delle coste cinesi e giapponesi nel secolo diciannovesimo, la bilancia delle forze pendeva dalla parte occidentale; poiché mentre gli armamenti cinesi e giapponesi erano ancora quelli di duecent’anni addietro, gli occidentali nel frattempo avevano fatto la rivoluzione industriale; essi tornavano adesso muniti delle nuove armi che le Potenze d’Estremo Oriente



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