Il nonno nella valigia (Italian Edition) by Manuela Curioni

Il nonno nella valigia (Italian Edition) by Manuela Curioni

autore:Manuela Curioni [Curioni, Manuela]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-11-21T04:00:00+00:00


dedicato a Ermenegildo S.

classe 1896

La badante rumena

Dopo tutti quei mesi ad aspettare diagnosi e referti l’oncologa aveva impiegato pochi secondi a metterla di fronte al punto di non ritorno: la ricerca di una badante per sua madre.

«Vive da sola?» aveva chiesto la dottoressa con un leggero rialzo del sopracciglio sinistro, quasi a sancire che il quadro clinico della paziente e la sua età anagrafica rendessero la domanda vagamente retorica.

«Sì, vive ancora da sola, pensi che fino all’anno scorso mia madre compilava i 730 per tutta la famiglia.»

Già, l’anno scorso, praticamente un secolo per una donna di 89 anni.

«Dovrà incominciare a farla seguire da qualcuno» aveva proseguito imperturbabile la dottoressa. «Tenga presente che il Servizio di cure palliative del nostro ospedale prende in carico solo pazienti che hanno un care giver 24 ore su 24.»

Francesca ci pensava mentre allungava il passo per arrivare in tempo all’appuntamento con la suora, lei che era atea da quando a diciott’anni aveva scoperto Sartre e negli ambienti religiosi si sentiva sempre fuori posto. La sua ombra rasentava i muri delle case, cercando invano scampoli di frescura in quel pomeriggio afoso d’inizio giugno che sembrava mantenere la promessa degli ultimi dieci anni, che finalmente quella sarebbe stata l’estate più calda del secolo. Ma niente da fare, anche l’ombra affogava come Francesca in un mare di sudore e non c’era modo di presentarsi dalla suora con un’aria fresca e riposata.

Il portone dell’istituto era aperto, ingombro di un viavai di persone che trasportava sacchi di plastica da cui spuntavano maniche di camicia e stoffe dai colori stinti. Francesca si lasciò confondere per un istante dal pensiero di tutto quel commercio: la chiamavano ‘La mafia dei cassonetti gialli’ e nell’indifferenza di tutti aveva messo radici a Montemurlo, il paesino pratese degli stracci. Francesca pensò allo spirito caritatevole di coloro che riponevano nei cassonetti gli abiti smessi e poi se ne tornavano a casa con la piacevole sensazione di aver fatto una buona azione; pensò a tutte le Onlus che rivendevano i quintali di indumenti usati alle aziende specializzate nel riciclo e nella igienizzazione dei tessuti; pensò alla piazza di Prato, da sempre il centro italiano dei cascami, dove giacevano i container della camorra pronti a partire senza che un solo centimetro di stoffa fosse stato sanificato; e alla fine di tutti quei pensieri si ritrovò immersa in un sole equatoriale che scoloriva tutti quegli abiti buttati a mucchi per terra al mercato di Ambalavao, in Madagascar, dove al posto dei banchi c’erano teli di plastica senza protezione e i vestiti donati con tanto amore dall’Europa venivano rivenduti agli acquirenti più poveri del mondo: gli Africani.

Il rumore di una macchina che parcheggiava la distolse dalle riflessioni etiche sui sacchi che le passavano sotto il naso e Francesca salutò con un sorriso sua sorella Paola, camicetta bianca sopra jeans attillati e l’onnipresente auricolare che le pendeva dall’orecchio destro, per le telefonate urgenti. Anche da adulte Francesca e Paola erano rimaste diverse come quando erano bambine, agli antipodi in tutte le scelte che avevano fatto nella vita: università, lavoro, figli, politica e religione.



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