Il passo del cordaio by Domenico Gangemi

Il passo del cordaio by Domenico Gangemi

autore:Domenico Gangemi [Gangemi, Domenico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Mystery & Detective, Fiction, General
ISBN: 9788883633515
Google: 5c5WAgAACAAJ
editore: Il Sole 24 Ore
pubblicato: 2003-08-20T21:00:00+00:00


11.

Assunta si era presa l’impegno di far pesare a Gino il risentimento della famiglia. E aveva deciso il contegno che meglio si conveniva: al suo apparire, cedeva di colpo le faccende domestiche, si poneva con le mani sui fianchi e lo guardava a lungo tentennando la testa di un battito lento e amaro; parole niente, a parte qualche stappo di bocca a liberare un “mah” buono a chiarire, più di qualsiasi discussione, quale fosse la sua posizione sulla storia con Mariella.

Gino non le dava conto. Dentro però si macinava. Per quanto domestica, la sentiva davvero intima di famiglia. Era perciò disposto a concederle un’onesta lite, alla pari, con libertà di urla e di improperi. Purché la finisse, purché si liberasse e, con lei, lui pure. Inutile però, quando pigliava simili punte non la si smuoveva neppure con un carro armato.

Aveva scelto una muta e sdegnata condanna e c’era poco da fare, se non delegare al tempo.

Assunta, che lo conosceva meglio di chiunque, confidava molto nel castigo del silenzio. E nell’altro, più sottile, su cui si era ingegnata in seconda battuta: la sua cucina. Scoperchiando il piatto, sbirciando dentro le pentole, Gino infatti trovava miseria: patate bollite, carote annegate nell’acqua, finocchio impanato al forno, uova fritte col rosso indurito per averci tenuto sopra un coperchio mentre si cuocevano, roba insomma da vomitarci e su cui alzare alta la protesta, se non fosse stato che lei proprio su quello contava. Così, per non darle sazio, mandava giù quel cibo da corsia d’ospedale facendo finta di gradire, accompagnandolo con mugugni di soddisfazione. Poi si toglieva il prima possibile da lì e, le sere che non usciva con Mariella, passava un paio d’ore al Circolo.

Pure lì trovava però di che guastarsi lo stomaco. Per l’aria inusuale che coglieva e che era certo lo riguardasse. Troppo mutismo al suo apparire, e un po’ d’impaccio, tipico di una discussione troncata di netto. Il che identificava l’argomento. La riprova, che nessuno scherzasse più su lui e Mariella, come era successo nei primi giorni dell’accompagnarsi assieme, quando era l’uomo cacciatore a uscirne decorato. Ora, invece, il silenzio pietoso che si conveniva a una vergogna.

Era davvero così. Al solito si erano create due correnti di pensiero, ma per la ragione di sempre, che non tutti potevano stare sulle posizioni di tutti. Si fossero sentiti liberi, ci sarebbe stata un’unica convergenza: l’altare a breve scadenza e le corna in un futuro non molto lontano dall’altare.

Il primo a condannare era stato don Achille. Aveva puntato deciso le fedi nuziali e lasciato la malignità delle corna a tutto appannaggio di Peppino, il cui cervello sembrava difettare di un collegamento stabile con la lingua.

Gino abbozzava e faceva di tutto per apparire normale. Non ci riusciva.

Gioco forza, in sua presenza la discussione prendeva una diversa direzione, altrettanto interessante però: le elezioni regionali.

Si partiva dal tema nazionale, con interventi di largo respiro, e si finiva con il degradare in rapida picchiata fin dove era inevitabile si dovesse degradare: sui candidati locali, la Sindaca in particolare.

Donna Sara lì non raccoglieva simpatie.



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