Il piacere e la colpa by pattuzzi

Il piacere e la colpa by pattuzzi

autore:pattuzzi [pattuzzi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2020-11-25T00:00:00+00:00


3.1 La lunga attesa. Ancora sulla regolazione delle nascite

Nel marzo del ’66 il papa allargò ulteriormente la commissione natalità, facendovi entrare alcuni cardinali e vescovi, tra i quali Ottaviani e Heenan ma anche Suenens e Döpfner, poi il polacco Karol Wojtyła e il francese Marcel François Lefebvre. La presidenza affidata a Ottaviani – segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede – non poteva che fungere da garanzia affinché le decisioni della commissione avessero un pieno avallo degli organi essenziali della Chiesa. D’altra parte non era irrilevante il peso che potevano avere alcuni autorevoli membri del fronte considerato progressista.

In luglio “Il Regno”, che aveva scelto di seguire da molto vicino gli sviluppi dei lavori, dava notizia di vive resistenze e obiezioni in seno alla commissione, mosse da una minoranza conservatrice che non voleva andare verso “un pieno sviluppo pratico delle indicazioni sul matrimonio e la procreazione responsabile della Gaudium et spes”, temendo

il pericolo di soggettivismo, se le scelte restano affidate alla sola coscienza dei coniugi; il pericolo di edonismo, che dal rapporto matrimoniale si potrebbe estendere ai rapporti prematrimoniali, con effetti negativi sull’intera società; il timore che una limitazione delle nascite si trasformi gradatamente in maltusianesimo a favore del mantenimento dei privilegi dei popoli più ricchi.10

Nessun esito era scontato. Intanto – grazie a un rumoroso scoop del settimanale cattolico inglese “The Tablet” – venne reso pubblico un secondo appello inviato, in via del tutto riservata, a Paolo VI e ai vescovi, dunque indirettamente anche alla commissione, da un gruppo di personalità laiche cattoliche, molte delle quali già protagoniste del primo appello del ’64. Il numero di firmatari era, in questa occasione, ben più significativo: oltre 500 persone di 17 paesi, che partivano dall’insegnamento del Concilio per affermare che l’“integrità fisiologica”, assunta come norma assoluta, appariva discutibile alla luce delle più recenti acquisizioni della scienza medica e anche degli sviluppi della teologia. Si poteva iniziare a guardare in maniera aperta e benevola alla “compromissione” operata dalla pillola e allo stesso tempo non spalancare le porte all’edonismo di impronta laico-borghese. L’uomo contemporaneo necessitava di indicazioni e guide morali, non di tecniche:

I grandi problemi morali che toccano la fecondità umana si pongono ad un livello che non è quello delle tecniche di regolazione della fecondità. Per risolvere tanto i problemi demografici che le difficoltà delle coppie di sposi, le tecniche non possono bastare. Le nazioni come gli individui hanno bisogno di motivazioni morali che li guidino nell’esercizio della fecondità e diano un senso alle loro scelte. Davanti al compito mai adempiuto di umanizzare la sessualità, davanti ai fenomeni di denatalità come di fronte alle minacce di sovrapopolazione il bisogno di queste motivazioni si fa sentire sempre più.11

Tra i firmatari italiani – riportati da “Questitalia” – spiccavano i cattolici democratici Wladimiro Dorigo, Nando Fabro, Mario Gozzini e Pietro Scoppola12.

Nel settembre 1966, il segretario padre Enrico de Riedmatten annunciò, attraverso una lunga intervista rilasciata alla tv italiana, che la commissione aveva ultimato (già da fine giugno) i suoi lavori e inviato al Papa i risultati delle proprie indagini.



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