Il prigioniero degli Asburgo: Storia di Napoleone II re di Roma by Alessandra Necci

Il prigioniero degli Asburgo: Storia di Napoleone II re di Roma by Alessandra Necci

autore:Alessandra Necci [Necci, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Biography & Autobiography
ISBN: 9788831732987
Google: YGjwDQAAQBAJ
editore: Marsilio Editori spa
pubblicato: 2011-11-10T23:00:00+00:00


17.

Il Congresso danza, ma non va avanti.

Il principe di Ligne

Due eleganti, incipriati e alteri signori, uno dei quali claudicante, passeggiano insieme ad altri gentiluomini per il parco di Schönbrunn in una splendida giornata d’autunno.

A un certo punto un bel bambino con i boccoli biondi arriva di corsa davanti a loro, perde l’equilibrio, cade.

Uno dei due, Metternich, lo tira su da terra e chiede con fare beffardo all’altro: «Lo riconoscete, monsignore?» E l’altro, “il diavolo zoppo” per eccellenza, quel Talleyrand di tutti i regimi e tutti i governi, replica con freddo cinismo: «Lo conosco, sì, ma non lo riconosco.»

Il bambino guarda un attimo i due uomini e poi fugge tra le braccia della sua governante. Non sa che i due uomini nei quali è inciampato – e non solo realmente, ma anche in senso figurato – hanno pesato e peseranno nel suo destino più di qualsiasi altra persona.

Per meglio dire, sono coloro che hanno condizionato la sua sorte facendo in modo che non si ricongiungesse con il padre, impedendogli di salire al trono non una ma due volte, e che non gli consentiranno, una volta cresciuto, di tornare in Francia né di ottenere un regno.

Per una volta Talleyrand ha detto la verità. Lo conoscono entrambi – hanno manovrato tanto, fra tutti e due, per far sì che il figlio di Napoleone nascesse da una arciduchessa austriaca! – ma non lo riconoscono né lo faranno mai, perché qualunque forma di riconoscimento di colui che doveva essere Napoleone II porterebbe a una legittimazione, un ritorno al potere dei Bonaparte.

La sola ipotesi basta a terrorizzare tutti i presenti di quell’autorevole consesso.

Apparentemente impegnati in una rilassante passeggiata, Metternich e Talleyrand discutono, ponderano, meditano, fanno e disfano le sorti dell’Europa.

Non gli unici assorti in questa occupazione, ma certo i più potenti, o semplicemente i più abili.

Del resto tutti coloro che contano, e anche quelli che non contano affatto, sono in Austria, in questi mesi fra il 1814 e il 1815, in occasione del Congresso di Vienna.

Infiniti sono i bon mots, le battute, gli aforismi sullo storico avvenimento. Celebri soprattutto quelli del principe di Ligne: «Il Congresso è un tessuto politico intessuto di feste», o ancora: «Il Congresso danza, ma non va avanti.»

Di certo sono mesi fuori dell’ordinario, quelli che scorrono sotto l’attenta regia di Francesco I e Metternich. L’atteso appuntamento, previsto dagli accordi di Parigi, si apre il primo novembre 1814 con il rombo di mille colpi di cannone, e prosegue fra feste, balli, mascherate, recite, operette, passeggiate, corse in slitta.

Le dame più belle e più celebri d’Europa si sono date appuntamento a Vienna, hanno aperto i palazzi a questo parterre di qualità straordinaria e ognuna ha un giorno di ricevimento nel quale incontra gli ospiti.

A seconda della nazionalità, i molti stranieri convenuti nella capitale dell’impero austriaco hanno un’abitazione e una padrona di casa di riferimento.

Anche i re e i ministri presenti si danno da fare per organizzare conviti e colazioni, hanno pure loro un giorno fisso in cui tengono tavola imbandita. Assistere ai lever di alcuni di essi è prestigioso come lo era nell’ancien régime, che in tanti, qui, rimpiangono.



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