Il primo fiore di zafferano by Laila Ibrahim

Il primo fiore di zafferano by Laila Ibrahim

autore:Laila Ibrahim [Ibrahim, Laila]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781503937925
editore: Amazon Publishing
pubblicato: 2016-09-26T16:00:00+00:00


Capitolo 15

Più tardi, quella sera, Mattie si sedette sul letto per controllare gli ultimi dettagli, con la mente che correva all’impazzata. Jordan, sedata con la radice di valeriana, dormiva saporitamente accanto a lei. La carne essiccata e una borraccia d’acqua erano riposte insieme ad altre cose essenziali in un vecchio sacco di tela per i semi, chiuso con uno spago robusto. Gli stivali rubati erano sotto il letto, in attesa che Mattie li infilasse ai piedi e scappasse. Rimanevano solo tre cose da fare: pregare Dio, salutare gli altri e andare. Quella notte avrebbe cambiato la sua vita per sempre.

«Buon Dio, ti prego, veglia su di noi stanotte. Tienici al sicuro e guidaci verso la libertà. Prometto che una volta arrivate aiuteremo altra gente a ottenere la libertà. Grazie, Signore. Amen.»

Il nonno legò stretta Jordan alla schiena di Mattie con un panno pesante. Poppy sussurrò: «Tieni duro, piccola, e non guardarti indietro. Sei forte. Puoi farcela. Emmanuel ti ha trovato una bella casa in Ohio. Ce la farai». La sua voce s’incrinò, ma la guardò dritto negli occhi. «Non voglio vederti mai più, capito? Devi essere libera. Siete i primi ad andare via di qui. Sono orgoglioso di voi.»

Mattie ricacciò indietro le lacrime, gli diede un abbraccio lungo un’eternità e se ne andò. Si incamminò in punta di piedi verso la capanna di Rebecca, tolse il chiavistello senza bussare e aprì adagio la porta scricchiolante. Rebecca era seduta ad aspettarla.

«Mi mancherai da morire» le disse Mattie. «Dovete raggiungerci un giorno. Tutti voi.»

Le lacrime le rigarono le guance mentre Rebecca sussurrava: «Mattie, io non sono il tipo. Ma tu sì. Ce la farai. Tieni».

Le consegnò i documenti di viaggio su cui spiccava la peculiare calligrafia di Sarah. Per sei mesi, Mattie aveva barattato una parte delle sue razioni di cibo con la carta e l’inchiostro necessari a realizzare quel biglietto per la libertà: “L’intestataria di questi documenti, Georgia Freedman, africana libera, si sta recando a Clarksburg, Virginia, per far visita a dei parenti”. Questo era ciò che attestavano quei pezzi di carta. Mattie ripiegò i fogli con cura e se li infilò nel corpetto del vestito.

«Puoi fare una cosa per me?» chiese Mattie mentre tirava fuori dal corpetto un cordoncino nero. A un’estremità era appesa una delle conchiglie della sua collana. «Dai questa a Lisbeth, okay?» mormorò. «Non riuscirà a capire perché ho dovuto abbandonarla. Aiutala tu, va bene?» Mattie piangeva a profusione.

Le due donne si abbracciarono forte. Rebecca sussurrò nell’orecchio di Mattie: «Pregherò per voi tutte le sere. Per sempre». Quando si staccarono, la guardò intensamente e disse con decisione: «Ci farai sapere che ce l’hai fatta, promesso?».

«Promesso» confermò Mattie. «Arrivederci.»

«Ciao.»

Mattie esitò dopo aver chiuso la porta. Alzò gli occhi verso la finestra di Lisbeth. «Addio, dolce bambina» mormorò. «Sei intelligente e forte, hai un cuore buono. Rimani fra i buoni.»

Quindi Mattie abbandonò la sua casa per andare incontro alla libertà e alla sua famiglia, lasciandosi alle spalle le ossa di generazioni e generazioni di antenati e di relativi aguzzini.



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