Il sigillo di Caravaggio by Luigi de Pascalis

Il sigillo di Caravaggio by Luigi de Pascalis

autore:Luigi de Pascalis [Pascalis, Luigi de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa italiana
ISBN: 9788822726995
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2019-01-02T16:00:00+00:00


29

Dieci scudi d’oro

Porto Ercole

20 luglio, poco prima del desinare

Sandro tornò a Porto Ercole a metà mattinata, neppure in tempo per il frettoloso e mesto funerale paterno.

Giovannino era nel vicolo lì vicino, a parlare di chi sa cosa con altri bambini. Lisa era in casa e stava lavando in un paiolo alcune stoviglie di terraglia sbreccata e quattro cucchiai di legno. I suoi gesti erano nervosi, quasi sconnessi. Intanto piangeva dando le spalle alla porta, che era spalancata. Appena sentì che qualcuno irrompeva in casa trasalì e si voltò.

«Ah, sei tu!», disse riconoscendo la figura in controluce del fratello. Si asciugò le lacrime e aggiunse in un soffio: «Babbo è morto, l’hanno ucciso».

«Oddio! Dove, come?».

Il viso stanco di Sandro si contrasse in una smorfia di disperazione.

«È successo alla locanda. Ci era andato col sergente Gozzi e dei soldati per fare arrestare l’uomo che mi aveva aggredita. C’è stata una specie di battaglia e si è preso una pistolettata in petto… L’hanno appena seppellito e tu non c’eri. C’eravamo solo io e Giovannino. Adesso siamo soli, Sandro».

Era disperata. Il fratello si tolse il falcetto dalla cinta e lo gettò in un angolo con un gesto stizzito. Poi abbracciò la sorella.

«Ce la faremo», disse senza crederci.

Lisa si accorse che tremava.

«Che altro succede?», gli chiese.

«Ho ucciso un uomo», rispose lui andando a sedere accanto al camino e prendendosi la testa fra le mani. Poi cominciò a piangere per il padre e per se stesso.

Quasi fosse stata colpita da una bastonata, Lisa crollò a sedere in terra davanti a lui.

«Cosa hai fatto?», domandò con un filo di voce.

Sandro le raccontò dell’agguato a Cecco e del suo intervento provvidenziale e furioso.

«Era un ex cavaliere di Malta. Gli ho quasi staccato la testa dal busto», concluse cercando conforto nello sguardo della sorella.

Lei cominciò a strofinarsi le mani sul grembiule, come se le avesse avute sporche di sangue.

«Cristo Santo, in che pasticcio siamo finiti?»

«Non lo so».

Sandro era smarrito, incapace di ragionare. Lisa s’accorse delle macchie brune sulla camicia e sulle brache di lui. Corse a sbarrare la porta.

«Togliti subito quella roba di dosso e trova qualcos’altro da metterti», disse mentre liberava nervosamente il paiolo dalle stoviglie. Doveva proteggere Sandro, almeno lui.

Il fratello si spogliò, le porse gli indumenti e andò a rovistare nella vecchia cassa che si trovava ai piedi del letto. Ne cavò una camicia incolore e un paio di brache che un tempo erano state nere e adesso erano grigie. Mentre si vestiva, Lisa gettò gli indumenti sporchi nel paiolo e cominciò a strofinarli con una spazzola di saggina.

«Non posso andare al lavatoio con la tua roba in queste condizioni», disse mentre strofinava e risciacquava con furia. «Si può sapere come si chiamava quell’uomo?»

«Sembra che si chiamasse de Ponte o qualcosa del genere».

«Che ne avete fatto del corpo?»

«Lo abbiamo nascosto nella macchia, sotto un po’ di rami, lontano dal capanno. Poi abbiamo aiutato quel pittore a trovare un nuovo nascondiglio perché, dice Cecco, potrebbe andarlo a cercare altra gente».

«Altra gente… Ma è un incubo!».

Ripensò al proprio aggressore e si disse che i timori di Cecco erano reali.



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