Il trentunesimo giorno by Dario Tonani

Il trentunesimo giorno by Dario Tonani

autore:Dario Tonani [Tonani, Dario]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-05-22T12:00:00+00:00


«Era solo un brutto sogno» le ripeté Grimilde. «Ma chi non li fa di questi tempi?»

Evelyne scostò le coperte, scese dal letto e, ignorandola, si diresse in bagno.

«Hai fatto ciò che era giusto, sei stata brava. Io non avrei saputo fare di meglio… con una scimmia.»

«Tu!» la canzonò con tutta l’acidità che aveva in corpo, sbattendosi la porta alle spalle.

Si spogliò, entrò nella doccia e aprì il rubinetto dell’acqua calda.

«Credi di essere l’unica ad avere perduto qualcuno di caro?»

In pochi secondi la cabina si riempì di vapore.

«Ho visto morire mio padre che ero bambina!» continuò Grimilde a voce alta. «E due anni dopo mia madre, in un letto d’ospedale.»

Lo scroscio dell’acqua rovente riuscì solo ad attenuare le parole che arrivavano dalla stanza accanto, insieme col veleno che si portavano appresso: dolori mai sopiti, ferite ancora aperte, che avevano reso Grimilde la donna dura e insensibile che tutti avevano imparato a temere.

«Come hai conosciuto Alvaro?» le chiese addolcendo il tono.

Ancora silenzio.

Dopo qualche minuto la porta si aprì. Evelyne ne uscì scalza, avvolta in un asciugamano, i capelli una massa informe e bagnata. «Non vedo come possa interessarti; comunque sia, non è sulla piazza» rispose. Poi si bloccò vedendo che Grimilde si stava rigirando tra le mani la pistola che le aveva lasciato Alvaro. «Mettila giù!»

«Bell’arma, un’automatica. Con la matricola abrasa. Questa è sua, scommetto.»

«METTILA GIÙ, TI HO DETTO!»

Lei, sfidandola, sollevò il braccio e la puntò contro il muro allineando l’occhio con i due mirini. «Non ci è permesso portare armi oltre alle nostre balestre, lo sapevi?»

Si chiese dove volesse arrivare, per cui la lasciò andare avanti a ruota libera.

«Scapin è sotto pressione, c’è stata una sparatoria in un centro commerciale abbandonato a qualche decina di chilometri da qui, e un tossico ci è rimasto secco. La polizia è venuta al campo perché sospetta che il colpevole possa essere ancora in zona, magari tra le nostre file.»

Evelyne si raggelò. Si sedette sul letto e nascose il viso nell’asciugamano, con il pretesto di asciugarsi i capelli.

La donna continuò: «Fammi pensare…». Sollevò teatralmente gli occhi al soffitto, fingendo di sforzarsi di ricordare qualche dettaglio in più. «È stato più o meno quando siete arrivati voi due.» Sogghignò. «Magari avete visto o saputo qualcosa che sarebbe utile alle indagini…»



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