Il vangelo secondo me by Giuseppe Riccardo Festa

Il vangelo secondo me by Giuseppe Riccardo Festa

autore:Giuseppe Riccardo Festa [Festa, Giuseppe Riccardo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Bibles, General
ISBN: 9788889177099
Google: 7nZ7AAAACAAJ
Amazon: 8889177098
editore: Biblohaus
pubblicato: 2005-10-15T09:33:16+00:00


2. Il tradimento di Giuda

Come ho già avuto modo di accennare a proposito del ruolo di Maria, nell’economia dei vangeli Giuda è un personaggio necessario ai fini dello sviluppo del dramma. Da perfetto deus ex machina – anzi, diabolus ex machina – egli compare nella narrazione di tre evangelisti su quattro al momento in cui diventa necessario, e cioè nell’imminenza della Passione. Solo Matteo lo cita prima, all’inizio del decimo capitolo, quando lo nomina in fondo all’elenco dei dodici; e ce la mette tutta per porlo, da subito, in una cattiva luce: e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì.

È notevole che il famoso episodio della cena di Betania, ignorato da Luca, sia raccontato da Matteo e Marco in un modo e da Giovanni in tutt’altra maniera. Gesù, in quest’episodio, è a cena a casa di Simone il lebbroso (secondo Matteo e Marco) o del redivivo Lazzaro (secondo Giovanni). Una donna (Mt e Mc) o Maria, sorella di Lazzaro (Gv)[339] rompe un vaso di alabastro e col prezioso contenuto di mirra unge il capo (Mt e Mc) o i piedi (Gv) di Gesù, suscitando l’indignazione dei discepoli (Mt), di alcuni presenti (Mc), o del solo Giuda Iscariota (Gv): invece di sprecarlo, è la critica, quell’unguento si poteva vendere, e ricavarne denaro da dare ai poveri. La risposta di Gesù è in tutti e tre i vangeli la stessa: di poveri ne avrete sempre, io invece presto non ci sarò più. Solo Giovanni aggiunge che Giuda, in realtà, quei soldi rimpiangeva di non aver potuto rubarli, perché era il cassiere del gruppo e s’impossessava di tutto quello che nella cassa veniva messo. Quest’affermazione suona acida e non troppo fondata, anche perché abbiamo appreso da Luca (8, 2-3) che Gesù e i suoi discepoli erano assistiti da Maria di Magdala, Giovanna, Susanna e molte altre, con i loro beni. Questa funzione di Giuda come cassiere sembra dunque inventata lì per lì, giusto perché occorreva una scusa per motivare il tradimento. A meno che, naturalmente, l’informazione di Luca sulle finanziatrici non sia sbagliata. Non va dimenticato inoltre che secondo Giovanni, l’evangelista che a Giuda dà del ladro, la predicazione di Gesù è durata tre anni. Possibile che Gesù e gli altri si siano fatti derubare per tutto questo tempo da Giuda senza accorgersene, e senza digli niente? Ad un primo esame non si vede a cosa servisse questo tradimento: Gesù era conosciuto dal Sinedrio, dai Farisei e dai dottori del Tempio, che gli erano stati sempre dietro, con la loro perfidia, per metterlo alla prova e cercare scuse per arrestarlo. Qualcuno di loro lo aveva perfino invitato a pranzo. Per di più, Gesù era estremamente popolare, almeno fino al momento del suo arresto: a Gerusalemme, l’abbiamo appena detto, viene accolto come un re. Se avevano bisogno di sapere dov’era a una certa ora di un certo giorno, i Sinedriti non avevano certo bisogno di un traditore a pagamento, nel gruppo di Gesù, che andasse a dirglielo: un loro agente lo avrebbe individuato gratis. In



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