Internet ci rende stupidi_ Come la rete sta cambiando il nostro cervello (2011) by Nicholas Carr

Internet ci rende stupidi_ Come la rete sta cambiando il nostro cervello (2011) by Nicholas Carr

autore:Nicholas Carr [Carr, Nicholas]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Raffaello Cortina
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Ci sono forme di compensazione. La ricerca mostra che alcune abilità cognitive vengono rafforzate, a volte in modo rilevante, dal nostro uso dei computer e della Rete. In genere si tratta di funzioni mentali di basso livello, o più semplici, come la coordinazione oculo-manuale, i riflessi involontari e l’elaborazione degli stimoli visivi. Uno studio molto citato sui videogiochi, pubblicato da Nature nel 2003, rivelò che dopo soli dieci giorni di gioco d’azione al computer alcuni giovani avevano aumentato significativamente la velocità con cui erano in grado di spostare il proprio focus visivo fra diverse immagini e attività. Risultò che i giocatori più esperti riuscivano a identificare nel loro campo visivo un maggior numero di elementi rispetto ai novizi. Gli autori conclusero che “sebbene i videogame possano apparire stupidi, in realtà essi sono in grado di alterare radicalmente i processi di attenzione visiva”.43

L’evidenza sperimentale è ancora scarsa, ma sembra logico inferire che pure la ricerca sul Web e il browsing rafforzino le funzioni cerebrali legate alla risoluzione rapida di problemi, in particolare quelli che implicano il riconoscimento di schemi in una confusione di dati. Attraverso la valutazione ripetitiva dei link, dei titoli, dei brani di testo e delle immagini, dovremmo diventare più abili nel distinguere velocemente fra elementi informativi contrastanti, analizzare le loro caratteristiche salienti e decidere se possono portare un beneficio pratico per l’attività che stiamo svolgendo o per lo scopo che stiamo perseguendo.

Uno studio britannico su come le donne cercano informazioni mediche online ha mostrato che la velocità con cui sono in grado di valutare la probabile utilità di una pagina Web aumentava di pari passo con l’acquisizione di una maggiore familiarità con la Rete.44 A una navigatrice esperta bastavano soltanto pochi secondi per dare un giudizio preciso su una pagina e decidere se contenesse informazioni affidabili.

Altri studi indicano che il tipo di ginnastica mentale cui ci dedichiamo online potrebbe portare a una lieve espansione della capacità della memoria di lavoro,45 aiutandoci così a diventare più abili nella nostra attività di giocolieri dei dati. Ricerche come queste - spiega Gary Small - “indicano che i nostri cervelli imparano a concentrare rapidamente l’attenzione, ad analizzare l’informazione e a decidere quasi istantaneamente se qualcosa funziona o no”. Visto che passiamo sempre più tempo a navigare nell’enorme quantità d’informazioni disponibili in Rete, secondo lo studioso “molti di noi stanno sviluppando circuiti neurali modificati per favorire scatti rapidi ed efficaci di attenzione diretta”.46 Quanto più pratichiamo la navigazione, l’analisi veloce e il multitasking, tanto più i nostri cervelli plastici sono in grado di svolgere quei compiti.

L’importanza di tali abilità non va sottovalutata. Visto che il nostro lavoro e la vita sociale dipendono in misura crescente dall’uso dei media elettronici, il fatto di riuscire a orientarci velocemente in questi ambiti e di spostare con facilità la nostra attenzione fra le varie attività Online ci renderà probabilmente più preziosi come lavoratori e anche come amici e colleghi. Sam Anderson, nel suo articolo del 2009 “In defense of distraction”, scritto per il New York Magazine, scriveva:



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