Io ballo con Dio by Suor Anna Nobili

autore:Suor Anna Nobili [Nobili, Suor Anna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

Sono illuminata, il sogno della notte torna prepotentemente nella mia testa e torna chiaro. È spiegato e il giusto significato è illuminante. Sono come folgorata, Gesù mi chiama alla castità.

Gesù mi vuole con sé.

Sono felice, Lui mi chiama e io devo rispondere, devo diventare sua.

Facile a dirsi.

Ci metto un po’, mi adopero al meglio per arrendermi dinanzi alla realtà che si para chiara e frustrante.

Con amarezza constato che Lui mi vuole con sé ma non mi vuole per sé.

Infatti mi innamoro e mi fidanzo. È un ragazzo della parrocchia, ha la mia età e credo abbia tanti problemi quanto i miei. Mi piace ma mi irrita, fa troppo la vittima, io lotto per vincere, lui invece si deprime e io non sopporto i depressi. Sotto la mia spinta ha deciso di reagire e si è rivolto a una psicologa e vorrebbe che anche io seguissi la sua strada. Io resisto, non ho bisogno di una strizzacervelli, io, i problemi ho imparato ad affrontarli da sola. Io, dalla mia, ho la danza che mi libera e mi avvicina a Dio. Al mio fidanzato piace molto che danzi. Dopo l’abbandono delle discoteche ho iniziato a insegnare danza in varie scuole anche lontano da Milano. Sono una pendolare della danza, vado a Lecco, a Cremona e Alessandria, coltivo la mia passione e parlo di Gesù ai miei allievi. Mi ascoltano con grande interesse e sono felice di condividere il mio prezioso incontro con il figlio di Dio.

Tutto ciò non è sufficiente a tranquillizzarmi.

Continuo a cercare.

L’insistenza del mio fidanzato a farmi aiutare dalla sua psicologa mi esaspera e infine, non so bene se per stanchezza o per curiosità, cedo.

È una signora brutta, fredda, distaccata e cristiana, davanti a lei non riesco a parlare. Mi paralizzo, non trovo nessun motivo valido per raccontare a lei i fatti miei. Non mi piace farlo e non voglio farlo.

Mi manda via in malo modo dandomi dell’immatura.

Mi sento offesa ma attratta.

Ritorno e lei cambia tattica. Mi mostra degli strani disegni e per ciascuno di essi mi chiede un’interpretazione. E io per quanto mi sforzo di vedere altro, ci vedo dentro solo organi sessuali.

Senza nessun preambolo mi dà della puttana, proprio come quell’uomo in discoteca.

Questa volta però non mi offendo e ritorno.

È sempre più chiaro che se anelo alla libertà devo accettare e passare da ogni possibile via che mi si prospetta, anche se scomoda e offensiva.

Tento di raccontarle tutta la mia vita e parlo, parlo libera e lei mi ascolta, almeno credo. La sua attenzione si focalizza sul rapporto speciale con l’unica donna speciale che ho incontrato, la mia insegnante di danza, la coreografa che io continuo a chiamare mamma. Le spiego l’importanza del nostro rapporto, il fascino del suo lavoro, l’approdo suo tramite in Rai e a Canale 5, il piacere di far parte del suo corpo di ballo e di sentirmi, con lei al mio fianco una stella dello spettacolo. Non le basta, vuole che racconti di lei e non di me. Dopo la descrizione sommaria del

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