Io e Dio. Io e Dio. Una guida dei perplessi by Vito Mancuso

Io e Dio. Io e Dio. Una guida dei perplessi by Vito Mancuso

autore:Vito Mancuso
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2013-07-11T22:00:00+00:00


39. Il primato della spiritualità

Preso atto delle lezioni della storia, occorre procedere senza timore tirando le conseguenze che si prefigurano. La mia convinzione è la seguente: per essere autentici seguaci di Gesù non bisogna preoccuparsi di essere o meno cattolici, anche perché, come ha scritto Albert Schweitzer, «quello che si è fatto passare per cristianesimo in questi diciannove secoli è soltanto un inizio, colmo di debolezze e di errori, e non un cristianesimo maturo originato dallo spirito di Gesù».40 Né ora che i secoli sono aumentati di uno la situazione è diversa.

Chi vive la propria fede anzitutto come volontà di appartenere a un'istituzione perde lo slancio originario in cui consiste la novità dello Spirito, che è liberazione da ogni potere di questo mondo. Chi, dicendo di credere in Dio, si preoccupa anzitutto di appartenere a un'istituzione, nega il senso originario del messaggio di Gesù che consiste proprio nel distinguere radicalmente lo spirito dall'istituzione, il Regno di Dio da questo mondo: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre [...]. Viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità» ( Giovanni 4,21 e 23).

La distinzione posta da Gesù tra spirito e verità da un lato e questo monte e Gerusalemme dall'altro è così radicale da andare al di là anche dell'opposizione tra le due dimensioni. Se infatti non bisogna cadere nell'errore di identificare il proprio essere cristiani con l'appartenenza alla Chiesa cattolica, neppure bisogna cadere nell'eccesso opposto di ritenersi veri cristiani solo se si attacca e si nega la gerarchia della Chiesa cattolica, come prima e dopo Lutero in molti hanno fatto e come avviene anche oggi con qualche credente particolarmente «impegnato». Non è così. La distinzione radicale tra spirito e istituzione conduce a un rapporto molto più sereno con l'istituzione, dentro cui si vive perché lì la storia ci ha collocato, ma a cui si nega ogni pretesa egemonica in ordine al pensare e all'agire. All'istituzione Chiesa viene riconosciuto un duplice imprescindibile ruolo:

(nota).

40 Albert Schweitzer, Rispetto per la vita [ 1947], a cura di Charles R. Joy, tr. di Costanza Walter, Edizioni di Comunità, Milano 1957, p. 148.

(fine nota).

1) quello di essere una necessità storica, perché non c'è nulla che possa vivere nel mondo senza assumere un profilo istituzionale - prova ne sia che anche le più anti-istituziona-li tra le Chiese protestanti hanno la loro dogmatica e la loro gerarchia, e talora anche i loro finanziamenti, seppure in misura considerevolmente minore rispetto alla Chiesa cattolica che ama fare sempre le cose in grande; 2) quello di essere una conseguenza sorgiva e spontanea dell'autentica vita cristiana che crea intrinsecamente legami di vita fraterna e comunitaria.

Il cuore, però, il vero seguace di Gesù, ben lungi dal legarlo all'istituzione e al suo potere, lo colloca altrove, molto più in alto,



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