Ipotesi su Gesu' by Vittorio Messori

Ipotesi su Gesu' by Vittorio Messori

autore:Vittorio Messori [Messori, Vittorio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T09:18:10+00:00


Fu innalzato subito all’altezza di Jahvè

Da quando è cominciato lo studio scientifico del Nuovo Testamento, la critica si è sempre preoccupata di individuare nei racconti evangelici le parti più antiche. Questo nel presupposto che quanto più arcaico è il racconto di un episodio o l’esposizione di un insegnamento tanto maggiori sono le garanzie di autenticità di quei versetti.

Tra i risultati ormai indiscussi del lavoro di generazioni di studiosi, è la priorità cronologica del vangelo di Marco. È il vangelo che rispecchierebbe la predicazione di Pietro. Da questo testo, il primo a essere messo per scritto, dipendono in vario modo Matteo e Luca, come abbiamo visto.

È opinione della critica, anche la più rigorosa, che la redazione del vangelo di Marco potrebbe essere anteriore all’anno 70, alla distruzione cioè di Gerusalemme.

In quel testo già così arcaico, la critica ha individuato “strati” ancora più antichi.

Episodi, cioè, che l’autore di Marco ha preso direttamente dalla primissima predicazione orale su Gesù.

Tra questi episodi arcaici ce ne sono tre che val la pena di esaminare. Sono nel secondo e nel terzo capitolo.

1. Secondo capitolo di Marco: a Cafarnao, un paralitico è calato davanti a Gesù, scoperchiando il tetto. Tale è infatti la folla che si ammassa che non è possibile far passare l’invalido dalla porta. Dice il testo: « Gesù, vista la loro fede, dice al paralitico: “Figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati”». Questa frase inaudita provoca la immediata reazione di alcuni scribi presenti: « Perché costui parla così? Egli bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non solo Dio?». Al che Gesù, per mostrare che « Il Figlio dell’uomo ha il potere di rimettere i peccati sulla terra», guarisce il paralitico; che se ne va, dalla porta, portando la sua barella sotto il braccio, mentre la gente dice « di non avere mai visto una cosa simile».

2.Secondo episodio, nello stesso capitolo. Ai farisei che si indignano perché i suoi discepoli raccolgono spighe per sfamarsi di sabato, quando ogni lavoro è vietato, Gesù replica che « il Figlio dell’uomo è padrone anche del sabato».

3.Terzo episodio, terzo capitolo. Sempre di sabato, entra nella sinagoga un uomo colla mano rinsecchita e i farisei spiano Gesù, « per accusarlo se curava di sabato».

Egli guarisce l’invalido, « addolorato per l’indurimento del loro cuore». Conclude Marco: « I farisei, usciti, subito tennero una riunione con gli erodiani contro di lui su come farlo perire».

Sono tre episodi di antichità scoperta e riconosciuta dal lavoro della scuola critica.

Tre episodi che rispecchiano (è ormai indiscusso) la primissima predicazione su Gesù.

Ebbene, sin da questa predicazione arcaica, il processo di equiparazione a Jahvè di un uomo è già completato. Pochissimi anni dopo la morte, in ogni caso prima che fosse passata anche solo una generazione, un gruppo di ebrei attribuisce all’uomo Gesù i poteri che sono di Dio solo: rimettere i peccati, disporre a piacimento del sabato. E l’autore del vangelo di Marco (certamente un ebreo palestinese, anche questo è un risultato della critica) riporta con naturalezza questi racconti inauditi e scandalosi su un uomo-Dio.



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