La battaglia finale by Simon Scarrow

La battaglia finale by Simon Scarrow

autore:Simon Scarrow [Scarrow, Simon]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788854152960
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2013-05-09T07:00:00+00:00


«Ecco qui, signore», fece Vespasiano srotolando la mappa di pelle di capra sul tavolo strategico.

«Molto bella», rispose Plauzio, osservandola; poi risollevò lo sguardo sul legato. «Adesso saresti così gentile da spiegarmi cos’ha di così speciale questa mappa?»

«Ecco, qui». Vespasiano si chinò e picchiettò con un dito su una zona virtualmente non mappata di fianco all’immensa palude.

«Sì... e cos’è?»

«Una valle, signore. Una piccola valle. Un mercante, uno dei nostri agenti spia, l’ha attraversata e ci ha informati. Ho inviato una squadra di perlustratori e l’hanno facilmente trovata. C’è un piccolo villaggio, decine di fattorie e un sentiero che lo attraversa quasi completamente prima di virare verso il cuore della palude».

«Tutto molto interessante», rifletté Plauzio. «Ma che cosa me ne dovrei fare? E che relazione ha con l’uso della tua Terza Coorte?».

Il legato rimase in silenzio. A lui pareva tutto così ovvio, ma era chiaro che l’opportunità che lui aveva colto immediatamente, al generale doveva essere sfuggita. Era necessario illustrare il piano con estremo tatto per non offendere Plauzio.

«Stiamo sempre inseguendo Carataco, presumo, signore».

«Naturalmente».

«E lui si nasconde proprio in quella palude. È probabile che ci tenga nascosta una specie di base avanzata».

«Sì, lo sappiamo, Vespasiano. Cosa vuoi dire?»

«Be’, signore, penso che non sarà facile riuscire a trovare quella base, sempre se ci riuscissimo. Basti pensare in quale guaio ci siamo trovati la scorsa estate nelle paludi vicino al Tamesis».

Il ricordo fece incupire Plauzio. Le legioni erano state costrette a rompere la formazione ed entrare nelle paludi alla spicciolata, in piccole unità, e non avendo familiarità con il dedalo di sentieri che si inoltravano nel sottobosco, molte unità erano state sopraffatte dal nemico, che aveva inflitto pesanti perdite ai Romani.

Un’esperienza che nessuno avrebbe mai voluto ripetere.

«Nel contempo dobbiamo stanare Carataco», disse il generale. «Non dobbiamo lasciargli il tempo né lo spazio di riorganizzarsi».

«Esattamente, signore. Proprio per questo dobbiamo inviare soldati nella palude, per snidare Carataco». Vespasiano si fermò per permettere al piccolo pubblico di alti ufficiali di scambiarsi sguardi disperati. A stento riuscì a trattenere un sorriso nel vederli fare inconsapevolmente il suo gioco. «Oppure, possiamo adescarlo».

«E in che modo?»

«Usando delle esche».

«Esche? Intendi la Terza Coorte?»

«Sì, signore. Dicevate che potevamo sacrificarli».

«Ed è così. Come intendi usarli?».

Vespasiano tornò a sporgersi sulla mappa e indicò di nuovo la valle. «Li mandiamo nella valle per creare una fortificazione a poca distanza dalla palude. A Massimo ordineremo di fare razzie nella zona e di trattare i locali nel peggiore dei modi. In men che non si dica quelli chiederanno a Carataco di andare a salvarli dagli oppressori romani e Carataco non potrà resistere al loro richiamo, per due buone ragioni. Primo, perché è un’ottima occasione per farsi altri alleati: andrà in soccorso alle popolazioni della valle perché sarà sicuro di trarne un vantaggio enorme. Questi piccoli successi generano sempre un rinnovato desiderio di resistenza tra le tribù locali. L’esempio potrebbe essere contagioso. E in secondo luogo, i nostri perlustratori sono stati in grado di aggiungere un utilissimo dettaglio al quadro generale». Vespasiano guardò le facce che aveva davanti, una dopo l’altra, e si fermò su Plauzio.



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