La casa degli sguardi by Daniele Mencarelli

La casa degli sguardi by Daniele Mencarelli

autore:Daniele Mencarelli [Mencarelli, Daniele]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852085345
editore: Mondadori
pubblicato: 2018-02-17T16:00:00+00:00


14

Con la prima busta paga ho comprato un telefonino nuovo, l’ho preso giallo, ho pensato che di quel colore così lampante sia più difficile scordarselo su qualche bancone di bar, malgrado la dimenticanza.

Sono le cinque di pomeriggio di mercoledì quando mi chiama Giovanni.

«Stasera devi veni’ prima, ar massimo pe’ le sette, c’aspetta er capoarea, c’avemo ’na cosa extra ospedale da fa’.» Ormai lo conosco troppo bene, lui e la sua incazzatura.

Prendo quella telefonata come una benedizione, in casa non riesco a vietarmi la tristezza, i cambiamenti che il Bambino Gesù ha portato nella mia vita si fermano alla porta d’ingresso. È una specie di ordine, una sequenza di sentimenti, un viaggio che porta sempre allo stesso non luogo. Qui non ho altre risposte se non l’alcol desiderato.

Virgilio è il capoarea della cooperativa, il Bambino Gesù è solo uno degli appalti che controlla. Il nome aulico non deve trarre in inganno, Virgilio è un ex operaio, testa con pochi capelli su faccia da bandito.

È l’unico capoarea che conosca, la foto che gli ho fatto è più o meno questa, confortata dallo spezzato stretto sulla pancia che sfoggia questo pomeriggio: uno che mangerebbe nel cranio di sua madre pur di crescere nella cooperativa, tutto pur di togliersi dalle mani l’odore di decerante e candeggina.

«Ragazzi, ho parlato col presidente della cooperativa.» Lo dice come fosse una specie di atto regale con tanto di timbro e ceralacca. «Lui in persona si è impegnato con un alto prelato, ’na cosa grossa insomma.»

Giovanni, già spazientito in partenza, sbuffa a ripetizione.

«Dobbiamo svuotare degli uffici, entro dopodomani, naturalmente gli straordinari so’ tutti in busta paga.»

«Dobbiamo, Virgi’? Perché, ce dai ’na mano pure te?»

La battuta di Giovanni fa sfoggiare a Virgilio un sorriso falsissimo.

«Giova’, sei sempre il solito, io no, però ho detto a Massimo de davve ’na mano.»

Appena evocato, col suo passo ondeggiante, ecco arrivare Massimo, già bello in divisa; ci guarda uno per uno, quando arriva a Giovanni perde un poco del suo smalto.

«Tutto qui?» chiede Giovanni a Virgilio, lui annuisce.

«Sì, tutto qui, dovresti esse contento, meno siete e più straordinari arrivano.»

«Sì, ma la schiena è una sola, e quanno se spezza se spezza.»

Giovanni si avvia per non dire altro, in fila indiana gli andiamo dietro tutti, Massimo mi si avvicina.

«Ma se sa quarcosa de più preciso, quanto è grosso ’sto posto che dovemo svota’, se c’avemo attrezzi a disposizione?» La sua voce tradisce tutta la mancanza di voglia che ha di partecipare alla partita, per risposta gli do una spallata.

«A Massime’, c’hai ’na faccia, è un trasloco, mica ’na guerra.»

Col furgone della cooperativa entriamo nel centro di Roma, i locali da svuotare sono all’inizio di via del Corso. Esultiamo più o meno tutti, dovremo pur lavorare ma è meglio farlo su una delle strade più belle del mondo, trafficata a ogni ora del giorno e della notte da ragazze italiane e straniere, che faticare in una periferia qualsiasi. Proprio davanti al civico, con un nastro rosso è stata segnalata un’area interdetta al parcheggio, i responsabili devono aver preso accordi col comune di Roma.



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