La casa del manoscritto maledetto by Claudio Aita

La casa del manoscritto maledetto by Claudio Aita

autore:Claudio Aita [Aita, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical, General
ISBN: 9788822732453
Google: Qw2NDwAAQBAJ
Amazon: B07SRF26XQ
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2019-06-06T00:00:00+00:00


XXIII

Dipartimento di Storia, terzo piano. Leonardo si fece scuro in volto, aggrottando le folte sopracciglia. Poi, guardandosi in giro e abbassando il volume della voce continuò: «Mi ascolti bene. I sacrifici umani sono sempre avvenuti. E gli stessi alchimisti, quelli che si sono maggiormente addentrati nei segreti della Grande Opera voglio dire, non hanno esitato a uccidere pur di procurarsi ciò che credevano risultasse utile per raggiungere i loro scopi».

«“Uccidere” ha detto?», chiese Geremia, avvicinandosi. «Quindi, ci sarebbe un collegamento, secondo lei?»

«Il sangue», replicò l’altro, scandendo bene le lettere. «Nessuno ne parla, ma diversi loro manoscritti lo affermano chiaramente. E il vero motivo per cui i loro scritti sono stati protetti da codici talmente astrusi che ancora oggi resistono a ogni tentativo di interpretazione è che essi avevano necessità di nascondere le tracce dei delitti che erano costretti a compiere per perseguire i loro fini. Era questo che temevano davvero, più del rischio di venire accusati di stregoneria o roba del genere. Mi creda, l’immagine tradizionale del povero e innocuo alchimista, tutto intento a maneggiare fornelli e alambicchi alla ricerca della pietra filosofale, è quanto di più lontano possa essere dalla realtà».

Geremia lo squadrò perplesso. La folta barba copriva un maglione consumato che non doveva venire lavato da molto tempo e che conteneva un corpo monumentale. «Leonardo, quello che afferma è piuttosto difficile da credere. Ma perché proprio il sangue? Cosa se ne facevano? Mi perdoni, ma c’è qualcosa che mi sfugge».

«Quello che scorre nelle nostre vene», rispose l’altro, «è un liquido molto particolare, se mi passa l’espressione. Fin dai tempi più remoti è stato associato alla vita. E quello della vita eterna, il progetto tenacemente perseguito dagli alchimisti abbisognava di molto, moltissimo sangue. Meglio se di bambini, gli esseri più pieni di forza e di vitalità».

Geremia ripensò a Gilles de Rais e al massacro di tanti innocenti su istigazione del Prelati. Ma da quel che gli risultava, in quel caso si era trattato di culti magici e di quella che avrebbe liquidato come mera superstizione. «È sicuro di quello che afferma?».

Leonardo non si scompose. Come se si aspettasse una domanda del genere. «Già gli ebrei, come lei sicuramente saprà, erano talmente consapevoli di questo fatto da averne fatto un tabù. Astieniti dal mangiare il sangue, perché il sangue è la vita. Più chiaro di così!».

Stette un attimo in silenzio come per accertarsi se il suo interlocutore avesse ben compreso. Poi continuò: «Tertulliano, per citare un autore romano, affermava che è proprio in quel liquido rossastro che risiede l’anima e la vita. E gli esempi potrebbero continuare».

«E cosa ne dovremmo concludere?».

Leonardo si tolse gli occhiali per pulirli con un fazzoletto talmente sudicio da far inorridire Geremia. «Il sangue è il depositario della vita. Così si è sempre ritenuto. Un medico alchimista del Seicento, Pierre Borel, era convinto che in quel fluido fossero presenti le idee, il progetto di costruzione dell’essere vivente che, quando l’animale viene fecondato, entrano nel nuovo feto».

«Interessante. Questo signore aveva già intuito l’esistenza del DNA, insomma».

«Gli alchimisti hanno anticipato molte delle moderne scoperte scientifiche, Geremia.



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