La casta dei casti by Marco Marzano

La casta dei casti by Marco Marzano

autore:Marco Marzano [Marzano, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2021-01-11T16:00:00+00:00


* Il tema dell’omosessualità nel clero è stato di recente affrontato nei volumi di Guarinelli (2019), D’Urbano (2020) e Pala (2020).

10.

L’OMOSESSUALITÀ IN SEMINARIO

TRA DOLORE, NEGAZIONE E CINISMO

Tra gli adattamenti secondari, l’attività omosessuale si colloca, nei seminari, in una posizione intermedia tra l’universalità della masturbazione e l’impossibilità dei rapporti con le donne. In altre parole, se la masturbazione è una pratica generalizzata e i rapporti con le donne sono rarissimi, l’omosessualità è praticata in modo diffuso, meno della masturbazione, ma più dei rapporti eterosessuali.

Sono convinto che molti seminaristi gay attivi vivano, come nel caso di Carlo (il protagonista della storia che ho raccontato all’inizio nel terzo capitolo) con colpa e vergogna il sesso praticato. Sono altresì consapevole che tra gli studenti di teologia omosessuali non manchino “i cinici”, quelli che, come vedremo, sin dall’inizio, non paiono essere molto turbati da eccessivi scrupoli morali. L’ex sacerdote gay Francesco Lepore a Frédéric Martel che lo ha intervistato ha addirittura dichiarato che “[il fatto che] i seminari contino una stragrande maggioranza di giovani gay è ormai un dato acclarato: i seminaristi vivono la propria omosessualità in modo abbastanza normale e, con discrezione, frequentano i locali gay senza tanti problemi”. Secondo Lepore dunque, il numero dei “cinici” e degli “opportunisti” sarebbe, nelle ultime generazioni, lievitato. E aumentata enormemente sarebbe anche la frequentazione da parte dei seminaristi dei locali per omosessuali.

La disponibilità degli smartphone, dei social network e delle chat ha molto facilitato la possibilità di vivere, nella nostra epoca, doppie, triple e quadruple vite. Nonostante questo, nutro molte perplessità sulla validità universale dell’affermazione di Lepore, sulla sua applicazione a tutto il territorio nazionale: prima di tutto, perché la maggior accettazione sociale dell’omosessualità consente oggi ai ragazzi gay di vivere la sessualità e l’amore alla luce del sole e con una serenità molto maggiore di un tempo. Perché mai costoro dovrebbero diventare preti e iniziare così una sistematica e rischiosa doppia vita? Perché dovrebbero scegliere la menzogna e il nascondimento quando il loro orientamento sessuale è, nella società più ampia, sempre meno fonte di emarginazione, di isolamento sociale e di discriminazione professionale? È quindi, a mio giudizio, ancora molto probabile che a scegliere la carriera sacerdotale siano, in larga maggioranza, dei ragazzi omosessuali “che non si accettano”, cioè che vivono con disagio, colpa e negazione la loro preferenza per persone del loro stesso sesso. In secondo luogo, è vero che sono incredibilmente aumentate, rispetto al passato, complici soprattutto i social network, le app e i locali notturni, le opportunità di fare facilmente incontri amorosi omosessuali. È però altrettanto indubitabile che la libertà di movimento dei seminaristi resti assai limitata: in media, questi ragazzi escono dal seminario una volta alla settimana e per recarsi in famiglia e in parrocchia. La loro possibilità di frequentare locali e di fare incontri è quindi abbastanza limitata.

Verrebbe quindi la tentazione di circoscrivere, per le ragioni suddette, la bontà dell’affermazione di Lepore e quindi la proliferazione di “cinici” a quelle aree del paese, essenzialmente le aree rurali e in



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