La Chiesa ferita. Papa Francesco e la sfida del futuro by Paolo Rodari

La Chiesa ferita. Papa Francesco e la sfida del futuro by Paolo Rodari

autore:Paolo Rodari [Rodari, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Christian Church, Leadership
ISBN: 9788809783195
Google: nhxIMwHtWUIC
editore: Giunti Editore
pubblicato: 2013-03-20T23:00:00+00:00


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Un nuovo ruolo per donne e laici

Nel 2010 fu il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, a elencare molti dei punti sui quali la Chiesa, a suo dire, avrebbe dovuto ripensarsi e rinnovarsi: l’organizzazione del potere al proprio interno, ma anche quei problemi che hanno a che fare più direttamente con la quotidiana vita di fede. E cioè l’abolizione dell’obbligo del celibato per i preti e soprattutto l’ammissione al sacerdozio dei laici sposati, donne comprese. Una nuova visione sulle coppie omosessuali stabili. La piena accettazione dei divorziati risposati (con le rispettive nuove famiglie). Temi sui quali Benedetto XVI ha più volte espresso pareri contrari e forse definitivi. E con lui il Vaticano. Ma non è da escludere che in futuro siano proprio i Pontefici a concedere aperture. C’è chi ritiene che, in realtà, Ratzinger volesse innovare su più punti certe consuetudini della Chiesa, ma non l’ha fatto perché troppo grande sarebbe stato il rivolgimento interno. E non ne aveva la forza.

«Che sia stato Schönborn a riportare certe tematiche all’attenzione di tutti non è un caso», racconta Vittorio Bellavite, leader della sezione italiana del movimento “Noi siamo Chiesa”. «Il nostro movimento, infatti, è nato dalle ceneri del caso di Hans Hermann Groër, l’arcivescovo predecessore di Schönborn a Vienna. Fu a seguito delle accuse di pedofilia contro Groër che a Innsbruck e a Vienna alcuni cattolici vollero reagire e stilare il celebre “Appello dal popolo di Dio”. Appunto un’agenda per le gerarchie della Chiesa fatta di punti precisi. Un’agenda che ritengo Schönborn condivida. Altrimenti non si spiegherebbe perché, nel 2010, l’arcivescovo di Vienna abbia tenuto una celebrazione penitenziale in cattedrale e al suo fianco abbia voluto Hans Peter Hurka e Martha Heizer, i leader del nostro movimento in Austria. La celebrazione era in diretta televisiva. Il gesto di Schönborn è stato un segnale voluto».

L’Austria è sempre stata un terreno fecondo per un episcopato conciliare con le istanze del mondo. E per questo motivo è stato più volte ripreso da Benedetto XVI. Eppure, ancora oggi, è in Austria che un certo leitmotiv va avanti. Un paio di anni fa è stato Paul Iby, vescovo di Eisenstadt nel Burgenland, a dirsi pubblicamente non solo per l’abolizione del celibato, ma anche per l’apertura del sacerdozio alle donne: «Per i preti sarebbe sicuramente un sollievo se l’obbligo del celibato venisse revocato». E ancora: «Roma è troppo timorosa, così non si va avanti».

Il Vaticano su questo punto monitora ogni movimento e a volte anche punisce. Per la Santa Sede non si tratta di chiusura preconcetta, ma di corretta interpretazione del dettato evangelico. Due sono le contromisure che il Vaticano ha preso negli ultimi anni. La prima è un decreto emesso dalla Congregazione per la dottrina della fede «circa il delitto di tentata ordinazione sacra di una donna». La seconda è l’interdetto spiccato da Raymond Leo Burke, quando ancora era arcivescovo di Saint Louis, contro una suora della sua diocesi, Louise Lears, colpevole di aver assistito e dato sostegno all’ordinazione al sacerdozio di due donne.

Nella Chiesa cattolica, una spinta



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