La consultazione clinica con il bambino by Carla Candelori Carmen Trumello

La consultazione clinica con il bambino by Carla Candelori Carmen Trumello

autore:Carla, Candelori,Carmen, Trumello [Candelori, Carla Trumello, Carmen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Psicologia in pratica
ISBN: 9788815326072
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


3.3. Dopo la prima consultazione

Nel corso dell’incontro con Isabella il dolore per la perdita della madre non è emerso direttamente, attraverso il canale verbale. La sua pena viene negata, mediante un rigido controllo dei suoi stati emozionali, tramite la scelta dell’isolamento e, da quanto riferisce la nonna, anche facendo ricorso alla privazione alimentare. Ciò emerge già dal racconto relativo al momento in cui apprende la notizia della morte: non piange, non si dispera, non cerca di condividere il dolore, semplicemente si blocca sul letto, in silenzio.

Considerando tale reazione, non sorprende il fatto che in seduta mantenga un atteggiamento alquanto distaccato e silenzioso. Per fare i suoi disegni usa solo il colore nero. Già mentre esegue il primo, il vassoio con la frutta, sono colpita dall’assenza dei colori: è una natura morta in bianco e nero. Penso al termine inglese con cui ci si riferisce a questo genere di rappresentazione nella pittura, still life, che, tradotto letteralmente, significa vita immobile. Isabella sembra davvero avere immobilizzato dentro di sé la sua vita emozionale. Si tratta, cioè, di un lutto congelato [Racamier 1992]: tutte le emozioni, tutti i pensieri collegati all’esperienza della perdita sono come disattivati, annullati. Del lutto non si può parlare perché potrebbe riaffiorare una sofferenza troppo acuta, un dolore troppo difficile da affrontare: occorre andare avanti come se nulla fosse accaduto. E così cerca di fare Isabella, continuando a frequentare la scuola e i suoi corsi, facendo le cose di sempre. Ma i suoi propositi solo apparentemente hanno successo, perché poi veniamo a sapere che non se la sente di mangiare, avverte come un peso la presenza delle amiche, studia senza apprendere… Porta avanti una vita «spenta».

Eppure, nel corso del primo incontro di consultazione, riesce a dire che in realtà «non è più come prima» e può iniziare a rimettersi in contatto, attraverso il disegno delle barche, con il ricordo di un viaggio lontano in cui la madre era con lei, benché questo stesso ricordo risulti congelato in una scena grigia, decontestualizzata da altre memorie.

Per quanto riguarda la scelta di un possibile intervento psicoterapeutico, anche per Isabella mi sono orientata a proporre un lavoro monosettimanale limitato nel tempo.

Prima di intraprendere questo percorso ho tuttavia ritenuto opportuno incontrare il padre della bambina, pur sapendo delle sue resistenze a coinvolgersi. Le ragioni che hanno sollecitato questa mia decisione sono state varie: effettuare una reciproca conoscenza e poter esplorare i suoi stati d’animo relativi alla perdita della moglie, argomentare e condividere con lui la proposta di effettuare un lavoro psicoterapeutico con Isabella, fare presente la necessità di una sua maggiore vicinanza con la figlia, tenendo conto della comune dolorosa esperienza e delle reazioni della bambina.

Nonostante le iniziali premesse, che facevano poco sperare in un incontro con lui, il padre di Isabella ha accettato subito di venire. Ed è stato un incontro molto intenso.

Ricordo il racconto delle sue giornate «riempite» di tante cose da fare per non fermarsi a pensare e la descrizione del bel rapporto di coppia che aveva con la moglie. In



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