La differenza cristiana by Bianchi Enzo

La differenza cristiana by Bianchi Enzo

autore:Bianchi Enzo [Enzo, Bianchi]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-06-12T22:00:00+00:00


Siate profeti, ma non entrate in politica

In questa stagione in cui le dinamiche del rapporto tra chiesa e politica, tra cattolici e laici, tra fede e impegno nella polis subiscono mutamenti accelerati, mi pare che stiamo assistendo all'accendersi di un conflitto soprattutto sulla chiesa italiana e sui suoi interventi nella società civile in cui si: colloca. Si sono sentite accuse di ingerenza, lamentele per sconfinamenti dell'autorità ecclesiastica - misurati anche sulla normativa del concordato tra Santa Sede e Stato italiano -, accuse di integralismo o di fondamentalismo, mentre da parte dei credenti si è denunciato un laicismo intollerante che sconfinerebbe in dittature dovute a minoranze agguerrite ed efficaci. Sì, il conflitto è in atto ma, a mio giudizio, lo è anche per una certa confusione, una mancanza di chiarezza su ciò che veramente è la chiesa e su cosa essa può o non può fare.

Innanzitutto andrebbe ricordato che non tutti i cittadini cristiani residenti in Italia appartengono alla chiesa cattolica, alla quale, in considerazione della sua consistenza numerica nettamente maggioritaria, ci riferiamo normalmente quando usiamo il termine «chiesa» Inoltre occorrerebbe avere chiara la distinzione tra chiesa come comunità di tutti i cattolici e gerarchia ecclesiastica, sovente chiamata in causa con il termine inglobante di chiesa. La chiesa è una comunità che per i credenti appare anche come un «mistero», una realtà cioè non pienamente visibile, non interamente spiegabile, non esaurientemente rappresentabile in quanto è realtà complessa, che si manifesta nella sua essenza soprattutto quando celebra la liturgia eucaristica. Questa realtà- chiesa, su cui soprattutto si è focalizzata l'attenzione teologica dell'ultimo secolo, ha in essa una struttura di guida episcopale (è «gerarchica», per usare il termine proprio) coadiuvata da presbiteri e da altre figure che svolgono compiti diversi ma tutti tendenti all'edificazione e alla compaginazione in comunione dell'insieme dei battezzati.

Questa «istituzione» - papa, vescovi, presbiteri, monaci, religiosi... - non è la chiesa se non assieme agli altri fedeli, i cosiddetti cristiani «laici»

Ne consegue che questi ultimi sono chiamati a partecipare a pieno titolo all'edificazione della polis, anche attraverso l'arte del governo come necessità societaria che concerne pure i cristiani. Per questo, senza esenzioni, senza fuga dalla società, si impegneranno nella politica con gli altri uomini e donne non cristiani, restando tuttavia sempre fedeli al vangelo e alle sue ispirazioni.

Spetta proprio a loro, in questa compagnia di umanità, lottare per la giustizia, per la pace, per la riconciliazione, per il rispetto e la qualità della vita e della convivenza.

Nella seconda metà del secolo scorso, i cristiani nel nostro paese hanno mostrato questa loro capacità e, nonostante limiti e contraddizioni rispetto al vangelo, hanno compiuto un servizio alla società italiana, servizio di cui oggi si comincia ad apprezzare la portata. Sì, i cristiani devono contribuire a rendere la polis più abitabile e devono intervenire affinché tutta la politica sia veramente un servizio all'uomo e alla società.

E la gerarchia? Attualmente, dopo la stagione del partito dei cattolici, i fedeli impegnati in politica si trovano in una situazione di diaspora, ricca di elementi positivi, senza



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