La forza dei sentimenti by Elena Papadia;

La forza dei sentimenti by Elena Papadia;

autore:Elena, Papadia; [Papadia, Elena ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Studi e Ricerche
ISBN: 9788815356079
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2019-08-15T00:00:00+00:00


Per quanto povero, chiunque entrasse versava il proprio obolo, privandosi di una bottiglia di vino, del tabacco, o di una gita domenicale: di fronte a questo spettacolo, continuava De Amicis, «entrai nella folla dei miei compagni con uno slancio d’allegrezza e d’affetto, che non m’aveva mai dato nessuna amicizia del passato»[65].

È in questa combinazione di spirito di sacrificio, purezza ideale ed etica solidaristica che si fissa una volta per tutte il ritratto del compagno, costruito in opposizione a una società borghese dipinta come gretta, individualista, intimamente feroce. Le regole dell’associazione, del mutualismo e della solidarietà – quell’unire le forze, quel sostenersi a vicenda che per i ceti popolari avevano che fare con la possibilità stessa di ingaggiare battaglia[66] – si ergevano come alternativa morale a una società moralmente corrotta. «L’opinione che mi son venuto formando degli uomini è mediocrissima», avrebbe affermato Arturo Labriola ripercorrendo con la memoria la propria vita di sovversivo; «Dichiaro però che se qualche cosa ha potuto farmi dubitare della impressione che mi hanno fatto gli uomini, è stata la conoscenza degli ambienti dell’estremismo [dove] vidi praticata la forma più naturale dell’umana solidarietà, e la fraternità più semplice di cuori non corrotti»[67].

Oltre a corrispondere ai più immediati bisogni materiali, la diffusione del cooperativismo e del mutualismo doveva insomma «dar prova che i principi non erano soltanto predicazioni, bensì, anche, norme ispiratrici della condotta quotidiana, […] manifestazione di una moralità da intendere non come il risultato di un mutamento sociale, bensì come preparazione a esso»[68]. L’amicizia – ipotesi di rifondazione della società, regola dei rapporti tra i cittadini e tra gli Stati della società futura – diventava dunque una norma di vita, messa in atto giorno per giorno sul piano delle relazioni individuali. E se il piano privato era nobilitato da quello pubblico, ovvero dall’impegno comune a costruire un mondo di uguali, valeva anche il viceversa: il sogno rivoluzionario era in un certo senso reso credibile dall’aspirazione personale a vivere relazioni private più giuste e più vere.

A questo proposito sono del tutto condivisibili, nonché integralmente riferibili al nostro contesto, le considerazioni che Roberto Balzani ha dedicato alla dimensione «fondamentalmente esistenziale» della democrazia mazziniana, espressa in quell’intreccio di relazioni interpersonali su basi egualitarie che costituiva la natura intima dell’associazionismo democratico, a partire naturalmente dalla Giovine Italia. L’associazione è per Mazzini lo spazio primario in cui si sperimenta quotidianamente il metodo della democrazia, in cui le scelte private riflettono il piano pubblico e in cui «gli intrecci amicali si fondono e si confondono con i progetti rivoluzionari». È dunque – certo non solo, ma anche – una risposta politica a urgenze esistenziali[69]; e non c’è dubbio che questo valga anche per gli ambienti del sovversivismo anarchico-socialista.

La forza del legame associativo contribuiva a fare del gruppo dei compagni un rifugio, una risorsa sulla quale poter sempre contare, anche per alleviare la solitudine e i rischi generati dalla militanza. «Ero triste, avvilita; sentivo per la prima volta l’amarezza dell’incomprensione altrui, la pericolosità della solitudine» – scrisse Adele Faraggiana ricordando i mesi successivi



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