La ladra di perle by Fiona McIntosh

La ladra di perle by Fiona McIntosh

autore:Fiona McIntosh [McIntosh, Fiona]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2021-02-17T23:00:00+00:00


Il mattino seguente, Daniel stava aspettando che Katerina emergesse all’altro lato della strada. Lei non fu sorpresa di vederlo e notò che si era cambiato. Era andato e tornato da casa, ma lei non era in grado di stabilire per quanto tempo l’avesse attesa. Aveva preso la sua decisione nella notte e, perciò, adesso appariva sicura di sé. Lui la raggiunse, adeguandosi alle sue lunghe falcate leggere. Lei sentì l’odore di lievito cotto nell’aria.

«Buongiorno, Daniel. Dev’essere stato imbarazzante attendermi. La gente si sarà chiesta cosa stessi facendo».

Lui non diede peso alla sua battuta. «Dobbiamo parlare». Dritto al punto; non faceva più il furbetto, notò, e nonostante i vestiti puliti e i capelli ben pettinati, dai cerchi scuri sotto gli occhi dedusse che, a differenza di lei, non aveva dormito molto. Lei aveva fatto una tirata unica di quasi dieci ore. Quando si era svegliata, si era resa conto di essere nella stessa posizione in cui si era rannicchiata prima di addormentarsi. La cosa l’aveva sorpresa; qualunque fossero stati i suoi sogni, non l’avevano turbata. E, a dirla tutta, oggi si sentiva più forte che mai. Magari non sarebbe durata, era realista ma, malgrado ciò, si sentiva potente ora che aveva preso la sua decisione in barba al fantasma di Rudy, che l’aveva perseguitata per anni. Si era difesa fingendo che fosse morto, quando affrontarlo era l’unico modo per voltare pagina, soprattutto ora che sospettava che fosse vivo.

«Non cambierò idea».

«Katerina, tu non…».

«Qui mi conoscono come Severine Kassel».

Alzò la mano per scusarsi per la sua svista, affrettandosi a starle dietro. «Non sai cosa significa quello che ti sei proposta di fare».

«E allora? C’è una prima volta per tutto». Abbassò la voce. «Anche per uccidere».

Lui si bloccò terrorizzato, invece lei proseguì; si trovava già a metà strada di rue Buffon, quando lui la raggiunse. «Possiamo parlare, per favore?»

«Non c’è più nulla da discutere».

Lui le afferrò il braccio delicatamente. «Hai preso il caffè stamattina? C’è una caffetteria laggiù».

Katerina provò compassione per lui. Era preoccupato e a ragione. «Una tazza di caffè nero», affermò.

Lui indicò uno dei tavolini fuori. C’era soltanto un altro avventore seduto, chino sul suo giornale, mentre fumava. Lei notò i resti del pane che aveva mangiato a colazione e le briciole della tartina erano sparse tutte intorno alla tazza del caffè. La strada era affollata: le persone avevano i volti mezzi nascosti dalle sciarpe per difendersi dal gelo primaverile, mentre si dirigevano al lavoro, e la caffetteria era affollata di impiegati che facevano il pieno di energia prima del lavoro. Li guardò gettare le monete sul bancone prima d’ingurgitare in sorsate veloci la caffeina, senza sedersi, per poi correre subito via. Molti di loro si accesero immediatamente dopo una sigaretta Gauloises Disque Bleu, mentre le passavano davanti. L’odore del tabacco preferito dai francesi era in netto contrasto con quello scelto dagli inglesi, più morbido e dolce, originario delle Americhe. In Francia, invece, molti preferivano la foglia più scura degli arabi e lei capì che probabilmente lo facevano per sentimentalismo o addirittura



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