La mafia ha vinto by Saverio Lodato

La mafia ha vinto by Saverio Lodato

autore:Saverio Lodato [Lodato, Saverio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852095634
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


VII

Ma quali privilegi ai pentiti…

Non si finirebbe mai di parlare con Buscetta. La sua vita non sarà mai raccontata abbastanza. Dei suoi ultimi quindici anni, quelli trascorsi come «cittadino americano» e collaboratore di giustizia, si sa poco perché ragioni di segretezza avevano sinora impedito qualsiasi forma di pubblicizzazione. Essendo sempre braccato, è stato sottoposto al vincolo del silenzio anche quando avrebbe avuto una gran voglia di parlare e raccontare le sue vicissitudini. Prima furono gli americani, poi gli italiani, fatto sta che Buscetta è sempre vissuto a sovranità limitata. Anche se – e lo riconosce – per il suo bene e la sua incolumità, oltre a quella dei familiari.

Dove è vissuto Tommaso Buscetta? Come è vissuto? Chi ha frequentato? Come ha risolto i mille problemi quotidiani di un uomo che ancor oggi continua a vivere senza una sua precisa identità? Come li hanno risolti la moglie, i figli, i nipoti?

In Italia l’argomento «pentiti» è fra quelli di cui si discute di più e di cui si sa meno. Si scatenano liti furibonde in proposito. Ciclicamente, in Parlamento si assiste a una valanga di interrogazioni e interpellanze per segnalare questo o quello «scandalo». Dire che si fa di ogni erba un fascio è una maniera elegante per tacere che le ragioni che muovono alcune discutibilissime crociate sono esclusivamente politiche. Pentiti stramiliardari; pentiti mantenuti dallo Stato con piscine e champagne; pentiti scortati, protetti, graziati dai tribunali e dalle Corti d’Assise; pentiti creduti sulla parola; pentiti con licenza di uccidere. Generalizzare è facile, cercare di capire un po’ meno.

Buscetta può parlare del suo caso. Può parlare di una stagione iniziale che nel corso del tempo ha avuto gravissime degenerazioni. Quando parla dei collaboratori di giustizia che sono venuti dopo di lui – tutti, visto che lui fu il primo – a volte assume l’aria di un vecchio padre che non riconosce più i suoi figli, a volte quella di un vecchio padre che vorrebbe difendere i suoi figli quasi contro l’evidenza.

Una mattina si è presentato con un pacco di fogli gialli scritti a mano. Con la sua calligrafia elegante – usa pennarelli a punta molto fine – si era preparato per la «lezione» di quel giorno, forse una delle più difficili in settimane e settimane di colloqui. Qualche giorno prima mi aveva detto: «Lo so, lo so, dobbiamo affrontare questa storia dei pentiti. Ma facciamolo più avanti, non mi sento ancora pronto. Ai miei tempi, per Falcone e i suoi colleghi del pool, era diventato un fatto pacifico che ci volevano i pentiti se si voleva combattere Cosa Nostra. Oggi vedo che in Italia sono rimasti in pochi a pensarla così. E allora vorrei dire cose sensate, non vorrei lasciarmi prendere la mano, seguire il mio istinto». E aveva tirato un sospiro di sollievo quando l’argomento era stato rimandato. Ma quando lo ha affrontato, lo ha fatto con lo scrupolo che gli riconoscono tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerlo. Prima, però, ci teneva a fare una premessa «personale».

«Si parla tanto dei



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