La malizia del vischio by Kathleen Farrell

La malizia del vischio by Kathleen Farrell

autore:Kathleen Farrell [Farrell, Kathleen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-10-18T09:32:54+00:00


6 «Oh! Love, they said, is King of Kings». Da “Song”, poesia di Rupert Brooke (1887-1915), poeta inglese noto soprattutto per i suoi sonetti di guerra. [N.d.T.]

4

Il ritorno

Camminavano insieme verso la stazione. L’aria era fredda, il cielo luminoso della trasparenza del primo mattino.

Piers era un giovane vigoroso che percorreva foreste di pini. Il soprabito gli sventolava aperto sul davanti, la sciarpa gli pendeva floscia dalle spalle. Aveva un gran freddo. Se avesse saputo che la temperatura sarebbe stata vicina allo zero si sarebbe ritagliato un ruolo diverso. Ma ormai si era adattato a quello del giovane noncurante, e non poteva più cambiarlo fino alla partenza di Bess. La guardò di sottecchi e vide che era assorta nei suoi pensieri. Probabilmente la sua era fatica sprecata, ma l’onore non gli permetteva di rilassarsi finché il pubblico non se ne fosse andato.

«Che cosa farai a questo punto?», chiese Bess. «Non che mi riguardi», si affrettò ad aggiungere. «In realtà non voglio saperlo». Aveva preso faticosamente le distanze dal presente e dal futuro di Piers. Presto sarebbe riuscita a distaccarsi, almeno in parte, anche dal loro comune passato: era quello che si era ripromessa durante la notte, bevendo una spremuta d’arancia dal bicchiere degli spazzolini da denti. La spremuta era densa e dolce, ma le aveva lasciato un sapore acido in bocca.

«Stamattina sei molto irascibile».

«Ho freddo». Pensò al caminetto di casa. In quel momento Kate doveva essere seduta sul basso poggiapiedi quasi dentro al camino, i suoi capelli arrossati dal bagliore delle fiamme. Rannicchiata al calduccio, forse stava tendendo le braccia in procinto di muoversi; o magari avrebbe sonnecchiato per un’altra mezz’ora. È così che si vive, si disse Bess. Standosene sedute al caldo, in attesa. Non precipitandosi fuori nel gelo del pomeriggio solo per tornare il mattino dopo, quando faceva ancora più freddo.

La strada per la stazione passava accanto a un piccolo ristagno formato da un canale in disuso. L’acqua scura e opaca si stendeva piatta sulle rive fangose. Lungo un versante dello specchio d’acqua c’era una schiera di alte case vittoriane. Neglette e con le facciate ormai scrostate, le costruzioni conservavano una stanca reticenza. Brutte e remote, si tenevano a distanza dall’acqua stagnante.

Bess esitò e si fermò. Il canale abbandonato, le case desolate e il silenzio trasformavano la disperazione personale in qualcosa di distante.

Con un gesto perentorio che non le era solito alzò una mano a intimare il silenzio. Piers pestò i piedi a terra come un cavallo che avesse avvertito un pericolo.

È questo il luogo?, si chiese. Dobbiamo fissare questa orribile acqua stagnante mentre cerchiamo di spiegare i nostri pensieri e le nostre azioni dall’inizio fino alla negazione del presente?

«Questo», disse distrattamente, «sarebbe dovuto succedere d’estate».

Bess provò a immaginare l’estate lungo quel canale. Non riusciva a pensare al sole, né a immaginare lei e Piers alle prime ore di un mattino che potesse essere di preludio a una giornata calda. Quel luogo era perfetto per lei e per quell’intervallo tra un treno e l’altro. Un curioso appagamento le rilassò le membra.



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