La memoria del corpo by Marzano-Lesnevich Alexandria

autore:Marzano-Lesnevich, Alexandria [Marzano-Lesnevich, Alexandria]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

20

Massachusetts, 2002

La notte della mia ammissione alla facoltà di legge, faccio un’irruzione.

È quasi mezzanotte, e Harvard Yard è una lunga, vuota distesa di tenebre. La luce dei lampioni di Harvard Square occhieggia fra gli alberi. Sotto un portico di legno deserto, rabbrividisco. La notte è più fredda di quel che prevedevo, senza vento, limpida e silenziosa, quel genere di notte bostoniana che mi ricorderà sempre che la città è sull’acqua, e che l’acqua diventa ghiaccio.

A ventitré anni, ho finalmente preso il diploma al college dopo un secondo tentativo, e vivo in New Jersey insieme al mio ragazzo, Adam, e al cane che abbiamo adottato e che abbiamo chiamato Professore. Occupiamo il primo piano di una casa annidata nell’angolo di una rampa di uscita dell’autostrada. Per andare dalla casa dei miei genitori – a un’ora e mezza di distanza, verso nord – a quella in cui viviamo Adam e io, si attraversa un groviglio di fabbriche lucide e grigie come il pelo sulla schiena di un ratto, illuminate dai fari del Jersey Turnpike. L’autostrada puzza come se fosse sempre estate in città, e sembra di stare ai bordi di una fogna. La nostra casa è abbastanza carina, con una mano di vernice color pesca e persino una staccionata che un tempo era bianca. Ma di notte, stesa supina nel letto mentre Adam dorme accanto a me, sento i vicini, marito e moglie, litigare fra loro per ore. Le loro voci mi spaventano. Tutto quel concentrato di amarezza.

Somiglia troppo a ciò che provo io vivendo ancora in New Jersey, ruotando ancora intorno alla casa dei miei genitori, a ricordi che non voglio conservare ma a cui non riesco a sfuggire. Dopo un anno trascorso a casa loro sono tornata al college, questa volta a New York, alla Columbia. Me la sono cavata alla grande, prendendo sempre il massimo dei voti, ma prima che fossero trascorsi due anni sono andata a stare da loro per finire gli studi, facendo la pendolare al di là del ponte. Vivere nella casa grigia mi deprimeva, ma quando sono depressa vivere lì mi sembra appropriato, come se quei muri fossero la conferma dei miei ricordi. Dopo il diploma sono andata a vivere con Adam, ma nemmeno questo è servito. Poi, in un ultimo disperato tentativo di costruirmi un futuro, ho fatto domanda per la facoltà di legge. Il vecchio percorso che aveva funzionato per i miei genitori. Il vecchio amore della mia infanzia. Ed è venuto fuori che tutti quei pomeriggi trascorsi nell’ufficio dei miei da bambina, stesa a pancia in giù sul tappeto a fare i giochi di logica dei libri dell’edicola al pianterreno, mi avevano preparato bene per il test di ammissione: sono stata accettata ad Harvard.

Ora ci troviamo sotto la luce a sensore di movimento del portico di Cambridge, e ai piedi di Adam c’è una borsa con due felpe gemelle comprate all’edicola della piazza, l’unico negozio aperto a quest’ora. La lettera di ammissione è arrivata questo pomeriggio, mentre Adam era al lavoro. Quand’è

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