La pace insopportabile by John Le Carré

La pace insopportabile by John Le Carré

autore:John Le Carré [le Carré, John]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Thrillers, Espionage, Fiction
ISBN: 9788804500049
editore: Mondadori
pubblicato: 2001-12-15T09:25:23+00:00


L’amore di un uomo per un altro uomo è stato chiamato in causa in modo tanto squallido in questi ultimi anni – soprattutto in relazione allo spionaggio – che è con grande esitazione che mi accingo a parlarne. Non c’è prova alcuna nella vita di Jeanmaire che egli sia mai stato preda di pulsioni omosessuali, e tanto meno che le abbia assecondate. Si dice invece che, dopo aver appreso dal suo avvocato difensore Jean-Félix Paschoud che la moglie aveva avuto una relazione con Denissenko, Jeanmaire le scrisse immediatamente una lettera in cui la perdonava. “Se mi avessero offerto una bella ragazza slava” pare che le avesse scritto, “non so che cosa avrei fatto.” Questo episodio concorda senza dubbio con la sua ben nota eterosessualità e con l’intolleranza che spesso ostentava nei confronti degli omosessuali, tanto che non di rado, parlando dei suoi ex commilitoni, precisava: Tizio lo era e Caio no; a Sempronio andava bene in tutti e due i modi, ma gli piacevano di più gli uomini.

Da questo punto di vista, Jeanmaire è il tipico prodotto della struttura patriarcale dell’esercito elvetico. Per questo maschilista svizzero, le donne sono un corpo ausiliario e non veri militari. Gli uomini, come in tutti gli eserciti del mondo, si trovano bene soprattutto fra loro e a volte – ma non nel caso di Jeanmaire – ciò sfocia nel rapporto sessuale. Parlando della madre o della moglie, Jeanmaire parla della loro fedeltà, del loro buon senso, del loro stoicismo e della loro bellezza; inorridisce a vederle come vittime, perché considera suo compito proteggerle, ma non parla mai di loro come sia pur vagamente a lui uguali.

E quando parla del padrino Tissot – il soldato a volte nudo, a volte elegantissimo nella sua uniforme, che, a detta di Jeanmaire, non fece carriera per essersi rifiutato di promuovere le persone “giuste” – Jeanmaire ricorda come se fosse ieri il terribile momento in cui apprese che il suo idolo stava per sposare una donna tenuta nascosta per quarant’anni. «Tissot aveva sempre insistito che la carriera militare era una vocazione al celibato e io lo avevo creduto! Lo credo tuttora! Rimasi disgustato di fronte al loro abbraccio. Mi crollò il mondo addosso, perché lo avevo sempre considerato un modello infallibile. Non che lo avessi mai sospettato di essere omosessuale, ma tutti lo consideravano un po’ un prete.»

In Denissenko Jeanmaire sembra ritrovare la dignità perduta del suo eroe caduto in fallo, Tissot, e forse inconsciamente ricreare l’amicizia cameratesca, piena di slancio e di reciproca ammirazione, che era esistita tra Tissot e il padre di Jeanmaire. C’è qualcosa di inevitabile, di predestinato, nel modo in cui ancora oggi parla del proprio legame con Denissenko; c’è un senso di elevazione, di conoscenza di ordine superiore, di “Io ci sono stato e quindi so”, ma anche un briciolo di disprezzo, con cui sembra aggiungere “e tu invece no”.

Come parlavano, come si capivano, i due amici! Insieme, il bell’ufficiale e diplomatico russo e il generale di brigata svizzero, basso e tarchiato, ridisegnavano il



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