La partita del secolo by Riccardo Cucchi

La partita del secolo by Riccardo Cucchi

autore:Riccardo Cucchi
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2020-05-20T12:00:00+00:00


Nando Martellini e l’epica dello sport

Mentre le strade delle città italiane si animano di caroselli e cortei inneggianti agli azzurri e all’impresa di Città del Messico, c’è una ragazzina che dorme già da molte ore. Nella casa in cui vive le regole sono quelle di una volta: si va a letto alle nove, dopo Carosello. Ma trascorse le due di notte la ragazza si sveglia di soprassalto. Il suo sonno è interrotto bruscamente dal fracasso che proviene dal piano di sopra. Urla di gioia incontenibili, piedi che battono sul pavimento, rumori di oggetti che cadono. Impossibile dormire, finché non si placheranno quelle voci e la notte verrà riconsegnata al suo naturale silenzio.

La ragazzina non ha ancora compiuto quindici anni. Il suo nome è Simonetta e non si rende ancora conto di quanto, proprio da quella notte, il suo cognome diventerà impegnativo: Martellini.

«Non ho visto quella partita, non ho ascoltato in diretta la voce di papà che la raccontava» mi ha rivelato Simonetta. «Lo farò tante volte da quel momento, ma quella notte mentre l’Italia giocava e papà la narrava, dormivo.»

Nando Martellini ha quarantanove anni, in quella notte da brividi. In pochi sanno che conosceva molte lingue, che era laureato in Scienze politiche, che era entrato in Rai molti anni prima occupandosi di politica estera e di cronaca. E che aveva raccontato lo sport alla radio. Per tutti, da quella sera, diventerà la voce della nazionale. Una delle più amate.

Tutto nasce dal celebre, fantomatico “incidente” occorso a Carosio di cui abbiamo parlato, quella frase contro il guardalinee etiope durante Italia-Israele, proprio al mondiale messicano. Massimo De Luca, il successore di Roberto Bortoluzzi alla conduzione di Tutto il calcio minuto per minuto, racconterà nel libro Sport in TV – scritto con Pino Frisoli e diventato poi anche spettacolo teatrale – che nulla di ciò che si narrò all’epoca in realtà era mai accaduto.

Sta di fatto che l’episodio, del quale non c’è più alcuna traccia negli archivi sonori, causò la rimozione della voce “storica” e la promozione sul campo di Martellini. Non senza le proteste della redazione telecronache, con minaccia di rientrare tutti a Roma – Martellini in testa – se a Roma fosse rientrato Carosio. «Se torna lui, torniamo tutti.» La durezza della Rai e lo scandalo politico che era sorto resero vana la loro battaglia: Carosio rimase sì in Messico, ma non più da telecronista. E il senso di responsabilità, oltre agli ordini dell’azienda di servizio pubblico, imposero a tutti di rimanere al loro posto. Fu così che a Martellini toccò in sorte la partita più pazza ed emozionante nella storia del calcio.

«Carosio soffrì molto per quella decisione. E soffrì molto il non aver potuto raccontare Italia-Germania» spiega Simonetta. «E per questo ce l’aveva con papà, che invece lo adorava. Spesso era ospite a casa nostra. Lo ricordo bene, austero e gentile. Mi piaceva molto, anche perché mi ricordava mio nonno. Ci fu un momento nel quale la salute di Carosio vacillò. Era trascorso qualche anno dalla partita di Città del Messico.



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