La pietra scartata (Italian Edition) by Luigi Maria Epicoco

La pietra scartata (Italian Edition) by Luigi Maria Epicoco

autore:Luigi Maria Epicoco [Epicoco, Luigi Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: San Paolo Edizioni
pubblicato: 2021-04-30T22:00:00+00:00


“‘Ragazzo, dico a te, àlzati!’.

Il morto si mise seduto e cominciò a parlare” (Lc 7,14-15)

Qui c’è tutta una trasformazione di forma e condizione: il morto è steso e muto, poi si mette seduto, parla ed è vivo.

Ancora una volta si evince che la componente relazionale è sempre fondamentale nel racconto del Vangelo. Questi brani testimoniano l’importanza della comunicazione, che è anche la prima cosa che si incrina quando stiamo male, non riusciamo più a capirci, a parlare, a condividere, a tirar fuori. La nostra parola si ammala. Per questo motivo il morto è tornato in vita, perché Gesù ha guarito la sua parola. La Parola di Gesù ha guarito la parola del ragazzo.

La Parola di Dio non è una parola qualunque, è una Parola che guarisce la parola. È la Parola con la P maiuscola, che guarisce la nostra parola con la p minuscola. Perciò annunciare il Vangelo vuol dire aiutare le persone a trovare la propria parola, la capacità relazionale, la possibilità di esprimere la vita. Il Vangelo ci presta le parole.

La Bibbia è lì per darci proprio una guarigione della parola.

Anche solo leggendo la pagina del Vangelo del giorno, senza rendersene conto, volta dopo volta, quella Parola che incontriamo ci guarisce, ridà espressione alla nostra parola, ci rimette di nuovo in comunicazione.

Rispetto al rapporto con la Parola, noi, come cristiani cattolici, dovremmo farci un grande esame di coscienza. E non perché qualcun altro abbia qualcosa da insegnarci, non dobbiamo guardare ai grandi studi filologici o esegetici, ma dobbiamo pensare alla familiarità con la Parola di Dio come alla prossimità con ciò che ci dà vita. Una Parola che ci permette di essere vivi perché ci fa tornare a parlare.

Il Vangelo prosegue: “Ed egli lo restituì a sua madre” (Lc 7,15).

Si legge quindi la delicatezza di Gesù che accorgendosi di questa donna si commuove per il suo dolore, le si avvicina e tocca la bara del figlio. Egli dunque tocca un morto, gli parla, gli dà un ordine e con esso una parola, lo riporta alla madre.

“Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: ‘Un grande profeta è sorto tra noi’ e ‘Dio ha visitato il suo popolo’” (Lc 7,16).

Sembra di sentire le parole di Zaccaria: “Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che sono nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc 1,79).

L’incontro con Gesù è l’esperienza di una luce che ci riscatta dall’ombra della morte.

A volte, ragionando sulla morte, abbiamo un’idea statica, pensiamo cioè alla cessazione dell’esistenza fisica, ma c’è una parola che può aiutarci a capire tutte le ricadute di quest’evento: mortificazione. Ci sono tante situazioni nella vita che ci mortificano e mortificare vuol dire fare un’esperienza di morte. Ci sono dei problemi che ci mortificano nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e anche in tutta la nostra storia. Pertanto noi facciamo esperienze di morte anche se siamo vivi.

Cristo ci libera dalla morte, così come ci solleva da tutto ciò che per noi è mortificante. Sarebbe interessante, anche qui, scoprire che cosa mortifica la nostra vita, ovvero come la morte si manifesta nella nostra esistenza.



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