La ragione e la passione by Paolo Pombeni

La ragione e la passione by Paolo Pombeni

autore:Paolo, Pombeni [Pombeni, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Saggi
ISBN: 9788815227966
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


Qualcosa di simile era accaduto, mutatis mutandis, nella costruzione del sistema costituzionale italiano. Ecco perché, ancora nel famoso commento allo Statuto che Racioppi e Brunelli pubblicarono nel 1909, gli autori denunciavano il corto circuito di un sistema costituzionale così «debole» da essere posto nella «quotidiana disposizione del legislativo», il che finiva per significare: nella disposizione del governo interpretato «dalla maggioranza della Camera onnipotente come il suo comitato esecutivo, sicché anche l’esecutivo diventa insensibile ai propri limiti e usurpa in pratica l’onnipotenza del parlamento»[10]. Il passo, che va comunque inquadrato in una fase in cui l’emergere dei partiti «moderni» stava già mutando il quadro politico a cui faceva riferimento la Carta fondamentale[11], viene in genere letto in rapporto alla famosa questione della «flessibilità» dello statuto albertino, che, mancando di prescrizioni particolari per la revisione delle sue norme, si riteneva potesse essere mutato con il procedimento normale che era previsto per l’ordinaria attività di produzione legislativa. La tesi espressa in questa formula semplicistica è stata da tempo e, a mio giudizio definitivamente, confutata dal costituzionalista Alessandro Pace[12], ma riaffiora di tanto in tanto, poiché ovviamente si confonde con la dottrina costituzionale corrente nell’Ottocento (che si riteneva di matrice «inglese»), circa l’esistenza contemporanea nel parlamento di un «potere costituito» e di un «potere costituente»[13]: in questo senso Umberto Allegretti ha parlato di «onnipotenza del legislatore», che poteva rendersi disponibile «ai progressivi miglioramenti operati di comune accordo tra le parti contraenti» (cioè Corona e Rappresentanza)[14]. In maniera più penetrante, il già citato studio di Pace, ha attirato l’attenzione sul clima complessivo, per cui

la caduta di prescrittività delle costituzioni ottocentesche conseguiva da un contesto politico-culturale prevalentemente teso a esaltare la certezza della legge ordinaria, a enfatizzare l’importanza dell’accordo costante tra il re e le Camere, e a sottolineare, per contro, la carente normatività del testo costituzionale, evocando, in luogo della costituzione scritta, una nozione di costituzione che si stemperava e diffondeva nel «sentimento pubblico», nei precedenti, in tutta la legislazione e nella storia[15].



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