La rivoluzione americana by Tiziano Bonazzi

La rivoluzione americana by Tiziano Bonazzi

autore:Tiziano, Bonazzi [Bonazzi, Tiziano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815350039
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


Capitolo settimo

Confederazione

1. Nel 1783 anche gli americani che John Adams aveva chiamato timid si unirono all’orgoglio per la vittoria e la raggiunta indipendenza in grandi manifestazioni di giubilo. In tutto il paese si tennero funzioni di ringraziamento a Dio, sfilate di cittadini e associazioni con carri allegorici inneggianti alla libertà e a George Washington, archi di trionfo, fuochi artificiali, discorsi di eroi militari e leader politici, banchetti in cui si susseguivano gli usuali tredici brindisi ufficiali. L’entusiasmo era genuino e giustificato; ma i problemi erano enormi e dietro alle manifestazioni di gioia vi erano progetti molto diversi.

Il paese era in piena crisi economica e si calcola che avesse perso fra il 25 e il 30% del prodotto nazionale negli otto anni di guerra anche se l’immigrazione era continuata e la popolazione era cresciuta. La sua ripresa dipendeva da quella del commercio atlantico ed era legata alla stipula di trattati con i paesi europei dai cui mercati le norme mercantiliste lo escludevano. Il che indica che gli Stati Uniti erano entrati a far parte del sistema degli stati europei e da esso non potevano sottrarsi. In realtà non intendevano affatto uscirne, come aveva già affermato Charles Henry Lee, che argomentò la sua mozione a favore dell’indipendenza sostenendo che era necessaria in quanto senza indipendenza «nessuno stato farà alleanze o commercerà con noi». Paine, a sua volta, pur contrario a entrare nelle guerre e nelle dispute del Vecchio mondo, consigliava di coltivare il commercio. Un’affermazione che in ottica settecentesca è il contrario di un ripudio dell’Europa perché era il commercio ad aver costruito la civiltà ed erano gli stati europei a essere al tempo stesso commerciali e civili. Anzi, a suo avviso e non solo, rafforzare il commercio europeo e atlantico significava avviare l’intero sistema euroamericano sulla via della pace perché il commercio era intrinsecamente pacifico.

Pur accolti nel consesso degli stati europei con il Trattato di Parigi lo stato era proprio ciò che mancava agli Stati Uniti e lo stato, quello che gli studiosi chiamano stato moderno e che aveva cominciato a formarsi nel Cinquecento in Francia, era l’istituzione cardine del sistema politico internazionale. Jean Bodin nel Cinquecento aveva identificato la caratteristica fondante dello stato nella sovranità, il potere supremo che consente a uno stato di non dipendere da null’altro che da sé stesso, e l’aveva definita indivisibile, un monopolio del potere su un determinato territorio che non poteva essere scisso fra più organi o fra più regioni. Oltreatlantico, tuttavia, in materia regnava, come già visto, la più assoluta ambiguità. Il Congresso aveva ratificato il trattato di pace; ma era soltanto l’organo di una confederazione nella quale, come in ogni confederazione, la sovranità apparteneva ai singoli stati. Era, però, vero che nel 1776 le colonie si erano rivolte al Congresso per ottenere istruzioni sul da farsi ed era stato il Congresso, in quanto comune rappresentante politico delle colonie, a chiedere loro di istituire governi fondati sulla sovranità popolare. La stessa Dichiarazione di Indipendenza è ambigua perché in essa il Congresso parla «in



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.