La rivoluzione culturale in Cina: ovvero il convitato di pietra by Alberto Moravia

La rivoluzione culturale in Cina: ovvero il convitato di pietra by Alberto Moravia

autore:Alberto Moravia [Moravia, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 1966-12-31T23:00:00+00:00


PAESE ARAGOSTA

Oggi è in programma la Grande Muraglia. Essa si svolge su per i monti, tra la Cina e la Mongolia, per circa cinquemila chilometri. Ma noi la visiteremo in un punto che è lontano da Pechino soltanto settantacinque chilometri; e non ne vedremo che qualche centinaia di metri.

Partiamo in automobile seduti nell'ordine solito: Dacia ed io dietro; l'autista e il signor Li nostra guida, davanti. L'automobile esce da Pechino e prende a correre per la campagna, in direzione delle Colline dell'Ovest.

È una bellissima giornata. Grandi nuvole bianche dagli orli dorati viaggiano mollemente per il cielo. La pianura di Pechino è di un verde primaverile, luminoso e chiaro, fin sotto l'azzurro scuro delle colline.

La Grande Muraglia stimola la riflessione. È uno dei miti dell'umanità e non soltanto per la sua portentosa lunghezza. C'è un'ideologia della Grande Muraglia; c'è un messaggio. C'è anche una psicologia della Grande Muraglia o se si preferisce uno stato d'animo. Infine c'è una lezione della Grande Muraglia: estetica, politica, militare, sociale, filosofica, economica...

La Grande Muraglia è altresì il mito cinese per eccellenza. Un'idea che si è fatta oggetto concreto, visibile, duraturo, forse eterno. I francesi, in un momento di conservatorismo di tipo cinese, hanno tentato di costruire la loro Grande Muraglia con la Linea Maginot. Ma la linea Maginot non è durata più di una generazione; ed è stata espugnata per aggiramento. Adesso i fortini della Maginot sono venduti all'asta agli amatori di rovine militari. La Grande Muraglia ha funzionato, invece, ininterrottamente dal 200 prima di Cristo fin quasi a ieri. E i cinesi non pensano davvero a smantellarla. L'hanno restaurata nei pressi di Pechino, è diventata la meta di pellegrinaggi turistici. Altri paesi hanno chiese, palazzi, musei, oppure cascate del Niagara e Vesuvi da mostrare. La Cina, invece, un muro.

Se ne sono dette tante sulla Grande Muraglia che quasi ci si vergogna di parlarne; e si è tentati di dire la sola cosa che forse non è stata ancora detta; cioè, tautologicamente: la Grande Muraglia è la Grande Muraglia. Ma, dopo tutto, la paura del luogo comune è anch'essa qualche cosa di molto comune,

Così proviamo anche noi a saggiare il mito della Grande Muraglia. E cominciamo col dire che la Grande Muraglia ha, ovviamente, due facce: l'una, interna, che guarda la Cina; l'altra esterna che guarda la Mongolia.

Dalla parte della Cina c'era, c'è tuttora la Cina, appunto, ossia un paese immenso che, secondo il momento storico ora brulicava di traffici, di prosperità e di fervore; e ora invece si spopolava e inselvatichiva nelle guerre civili. Così l'idea della Grande Muraglia si modifica sensibilmente. La Grande Muraglia non era sempre e invariabilmente simile ad un avaro forziere che custodisca un tesoro. Il tesoro c'era o non c'era, secondo i tempi. La Grande Muraglia in realtà serviva a proteggere, in senso puramente esistenziale, il popolo cinese. Ma da che cosa? Adesso veniamo a parlare della faccia esterna della Grande Muraglia.

Si sa che la Grande Muraglia è stata costruita per impedire le invasioni dei Barbari. Ma chi erano



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