V13 by Emmanuel Carrere

V13 by Emmanuel Carrere

autore:Emmanuel Carrere [Carrere, Emmanuel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2023-03-13T23:00:00+00:00


L’EPIDEMIA DI SILENZIO

Bakkali tace

Le cose possono cambiare, cambieranno di sicuro, ma intanto il processo arranca. Dopo le vacanze di Natale due imputati hanno avuto il Covid – risultato: due settimane di pausa, e il sacrosanto programma è andato a farsi benedire. Soprattutto, nel box si diffonde una preoccupante epidemia di silenzio. Dopo Osama Krayem, tocca a Mohamed Bakkali. In autunno, nel corso degli interrogatori cosiddetti «di personalità», Bakkali ha colpito molto tutti noi con la sua presenza massiccia, la voce grave e posata, il modo di esprimersi spontaneo e riflessivo. Transitato per la Siria, è accusato di aver preso parte agli attentati di Parigi, ma anche a quello sul Thalys nell’agosto 2015, in qualità di responsabile della logistica – vale a dire colui che ha affittato i covi e accompagnato gli assassini. L’attentato sul Thalys è stato sventato, ma Bakkali è stato processato comunque e, benché abbia sempre ribadito la propria innocenza, condannato a venticinque anni di carcere, sentenza contro cui ha fatto ricorso in appello. In virtù dell’effetto sospensivo dell’appello, è fino a nuovo ordine l’unico degli imputati con la fedina penale pulita, ma la sua evidente intelligenza sarà sempre una circostanza aggravante: se un tipo di quel calibro è immischiato, viene da pensare, non è certo nel ruolo di tassista, come Mohamed Amri o Hamza Attou. Dunque ci aspettiamo molto da Mohamed Bakkali, ma ecco che, ancor prima che gli venga rivolta una domanda, lui si alza e spiega perché non risponderà: «Sono già stato processato. Ho rispettato le regole del gioco e non è cambiato niente. Sono stato condannato senza nessuna prova per un reato che non ho commesso. So che, qualsiasi cosa io dica, la mia parola non ha valore, e non ho più la forza di lottare né di spiegarmi. Per questo motivo mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Silenzio. Il presidente accusa il colpo. Sente come noi che il processo si sta sgretolando. Pensa che dopo Krayem le tessere del domino rischiano di cadere una dopo l’altra e che sarà sempre più difficile dire che ha poca importanza, the show must go on. Cerca di piegare il ribelle. «È nel suo pieno diritto» (questo è poco ma sicuro). «Sa comunque che ciò rischia di giocare a suo sfavore». «Tutto gioca a mio sfavore. Qualsiasi cosa faccia». «Sì, però lei ha fatto ricorso in appello. In appello si viene anche assolti, a volte...». Il tentativo è penoso, Bakkali non fa nemmeno dell’ironia: «In un caso di terrorismo così grave?». Sospiro. Dato che bisogna procedere si procede, quando viene il suo turno ciascuno sgrana davanti al muro domande alle quali nessuno crede più. Una giornalista, accanto a me: «Se comincia a regnare il silenzio, prima o poi questo silenzio sarà riempito da qualcos’altro». Può darsi.



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