Macro mafia by Floriana Bulfon

Macro mafia by Floriana Bulfon

autore:Floriana Bulfon [Bulfon, Floriana]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-03-13T12:00:00+00:00


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Olanda, sangue e tulipani

«Sei italiana?» Il ragazzino che mi sbarra la strada a Rotterdam Sud mostra più dei suoi sedici anni e ha uno sguardo molto duro. In questo angolo della città, a poche fermate di metropolitana dai palazzi delle archistar, si accatastano lungo l’estuario della Nuova Mosa negozi e persone di ogni lingua e nazionalità. Appena gli dico di essere una giornalista italiana, abbassa la guardia e il volto si illumina: «Gomorra! Amo Gomorra: è la mia serie preferita perché si spara tanto. Ma il mio mito è Escobar, perché è il capo. Anche Ridouan Taghi è un vero boss: i miei genitori sono nati in Marocco e io da grande voglio diventare ricco come lui...». Benvenuti nell’altra Olanda, quella che si credeva società modello nell’integrazione e nella tolleranza, salvo scoprirsi all’improvviso Narcolandia: fucina di droghe sintetiche, collettore globale di cocaina e soprattutto patria di una mafia che ha rapidamente superato in ferocia qualunque cosca del continente. L’hanno chiamata Mocro Maffia – mocro è il termine dispregiativo per indicare i marocchini –, con la sottovalutazione di chi guarda alle borgate dall’alto al basso: come se la criminalità non esistesse e tutto si riducesse a una banale questione di teppisti immigrati, che spacciano fumo e si sballano con pasticche e rap a tutto volume. Uno dei tanti problemi di ordine pubblico che non ha mai creato particolare allarme. Fino alla sera del 6 luglio 2021.

Negli studi di RTL, la più seguita televisione del Paese, era appena terminata la registrazione di Boulevard, un talk show con share da record, noto per il sarcasmo con cui affronta gli argomenti più vari, dal gossip alla politica, fino ai casi di cronaca nera. Tra i conduttori, un personaggio molto amato: Peter R. de Vries, la leggenda dei reporter investigativi olandesi. Una figura unica, che sapeva coniugare scoop e spettacolo, impegno e provocazione, conquistando in trent’anni di inchieste una popolarità straordinaria. Una persona che non amava i compromessi: di nemici se n’era fatti tantissimi e ostentava un tatuaggio con la scritta IN GINOCCHIO NON PUOI ESSERE LIBERO. Da tempo il suo fiuto di investigatore aveva intuito quale fosse il pericolo pubblico numero uno: aveva denunciato in tutti i modi quanto fosse cresciuto il potere della Mocro Maffia e del suo capo, Ridouan Taghi. Veniva minacciato spesso, ma nessuno l’aveva protetto. Quella sera, quando è uscito da solo dal portone dell’emittente, nel cuore di Amsterdam, lo hanno crivellato di pallottole: un colpo ha centrato la testa, altri il petto. Una raffica che dopo pochi giorni di agonia l’ha ucciso.

Uno shock. Il re Willem-Alexander ha parlato di «attacco al giornalismo e alla legge». Per il premier Mark Rutte «è stata colpita tutta la nostra società». È intervenuta anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. All’improvviso i banditelli di quartiere si sono trasformati in un’emergenza nazionale, con toni da assedio alle istituzioni: il capo del governo, abituato a muoversi in bicicletta, è stato messo sotto scorta; la principessa Amalia costretta “per motivi di sicurezza” a



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