La Saga della Spada Runica by Ann Marston

La Saga della Spada Runica by Ann Marston

autore:Ann Marston [Marston, Ann]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantasy
editore: BookVertigo
pubblicato: 2017-08-14T16:00:00+00:00


CAPITOLO DICIOTTESIMO

Incontrammo l’esercito dei Maedun in un’ampia valle nel cuore della penisola di Dorian. Un piccolo ruscello tortuoso solcava l’erba lussureggiante che copriva il fondo della valle, un sottile nastro d’acqua che rifletteva l’azzurro argenteo del cielo. I Maedun avevano scelto bene la loro posizione e ci stavano aspettando, schierati su un tratto di terreno sopraelevato. Il fondo della valle era costituito da un terriccio compatto e omogeneo che non presentava rischi per gli uomini o per i cavalli, e il pendio collinare sul lato opposto rispetto a dove noi ci trovavamo era ricoperto da una nera coltre di Cavalieri Scuri, schierati lungo il crinale e su metà del pendio in lunghe file ordinate: migliaia di uomini dai quali non si levava però neppure un bagliore di luce solare riflessa dal metallo. Da dove ci trovavamo, perfino gli scudi e le spade sembravano neri.

Era l’inizio della primavera, l’equinozio era trascorso da appena un mese, e tuttavia quella giornata sembrava essere stata rubata al cuore stesso dell’estate. In alto il cielo si stendeva in un’infinita cupola azzurra sulla quale piccoli batuffoli di nubi candide fluttuavano sulla spinta di un vento caldo e pervaso degli odori propri del risveglio della terra, un misto di erba novella, di fiori selvatici e di salsedine. Il sole era caldo al punto da costituire quasi un peso tangibile contro la pelle delle mie guance, da qualche parte un’allodola stava riempiendo l’aria del suo canto gioioso e in lontananza echeggiava nitido e dolce il richiamo lamentoso dei gabbiani… sembrava impossibile che la morte potesse presentarsi in un così meraviglioso giorno di primavera. Come poteva essere che quelle schiere di Cavalieri Scuri maedun fossero giunte sul suolo di Celi proprio quando la vita rinnovata della nostra terra stava fiorendo tutt’intorno a noi?

Sulla nostra testa le bandiere si agitavano sotto il soffio del vento di mare e i loro colori apparivano smaglianti in maniera innaturale sullo sfondo dell’azzurro pastello del cielo… il cervo rosso di Tiernyn che spiccava il balzo sul suo campo verde, il falco bianco di Skai su campo blu, il cinghiale bianco della Costa dell’Estate su sfondo rosso, il dorato leone di montagna di Wenydd. Sul lato opposto della valle era visibile una sola bandiera che si agitava al vento, bianca su sfondo nero, e per quanto fossi troppo lontana per distinguere lo stemma seppi che doveva essere lo stesso che avevo scorto sulla tunica di Mikal… il tasso bianco di Hakkar su un campo nero come la morte.

D’impulso lanciai un’occhiata in direzione di Tiernyn, che aveva spinto il proprio cavallo oltre le prime file dei nostri soldati e sedeva immobile in sella con i polsi incrociati sul pomo, intento a contemplare l’esercito maedun con quella sua aria di regale nobiltà che gli anni di regno gli avevano conferito e che gli era diventata naturale come la sua stessa pelle. In gioventù si era creato la reputazione di uno stratega e di un tattico astuto e intelligente, e con gli anni non aveva certo perso nulla di quel talento.



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