La scienza del linguaggio. Interviste con James McGilvray by Noam Chomsky

La scienza del linguaggio. Interviste con James McGilvray by Noam Chomsky

autore:Noam Chomsky [Chomsky, Noam]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, Language
ISBN: 9788842818953
Google: XGoNswEACAAJ
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2015-10-15T10:04:29+00:00


3. Biologia: funzione-per-un-organismo

Le funzioni dipendenti dagli interessi, le funzioni-per-noi di cui abbiamo parlato, non sono oggetti appropriati alla ricerca scientifica. Tuttavia, ci sono altre nozioni di funzione che sembrano coinvolgere interessi, ma in un modo che li rende oggetti più adeguati per lo studio scientifico. Si trovano nelle scienze biologiche. Gli scienziati evoluzionisti parlano di adattamenti, laddove un adattamento è una caratteristica di un gruppo di organismi, una caratteristica quale un organo come l’occhio dei vertebrati, che si sostiene abbia la forma e la struttura complessa che ha come risultato di processi evolutivi, e che ha la sua forma corrente trasmissibile nella specie, si sostiene, perché migliora la capacità riproduttiva della creature che ce l’hanno.* In genere, si trova il presupposto che il successo riproduttivo viene da qualche mutazione trasmissibile che serve per qualche ruolo specifico nelle operazioni di un organismo e di cui si ipotizza che aiuti la vitalità di una specie e quindi, in questo senso, gli interessi della specie. Per lo meno, svolge una funzione per un organismo che migliora la sua capacità di procreare. Pinker e Bloom (1990), per esempio, interpretano in questo modo, cioè come adattamenti, i crescenti successi comunicativi che essi ritengono presenti nell’evoluzione del linguaggio, e credono di poter spiegare la «forma» del linguaggio naturale in questo modo. Non è affatto ovvio quali prove abbiano per le loro supposizioni, o per quelle avanzate da Pinker e Jackendoff (2005) nella loro critica di Hauser, Chomsky e Fitch (2002). Tutte queste, evidentemente, sembrano essere «storie proprio così», del genere che Richard Lewontin ha aspramente criticato nel suo testo del 1998. Tuttavia, non è troppo difficile trovare esempi accettabili considerando altri organi, per esempio gli occhi e il sistema visivo, o le orecchie e il sistema uditivo; casi che sembrano essere accettabili perché abbiamo un cumulo di indizi comparativi, che coinvolgono sia analogie che omologie, dell’accresciuto successo di una specie, anche se, laddove sussistono tali evidenze, queste sono intrecciate con altri fattori, compresi alcuni che sono meglio comprensibili facendo appello a scienze non biologiche come la fisica. Nei casi in cui vi è una chiara evidenza di adattamento per la sopravvivenza, evidenza raccolta studiando il percorso evolutivo di una specie rispetto ad altre, si può parlare di sottosistemi specifici di un organismo che servono per una funzione in qualcosa di simile al senso funzione-dipendente-dagli-interessi, anche se generalizzato per risultare in qualcosa come «capacità di sopravvivenza per la specie x». Perché si presume che la forma e la struttura che si riscontra nel sistema adattativo di una specie sono quello che sono perché servono per degli interessi riproduttivi (in senso lato). I vantaggi selettivi dell’avere una tale struttura spiegano (in senso pregnante) la sua evoluzione e il suo stato attuale. Vrba e Gould, per esempio, una volta hanno suggerito che l’uso del termine «funzione» (nel senso evolutivo biologico) doveva essere limitato ai casi in cui vi è una certa evidenza di un «plasmare» evolutivo. C’è del pericolo nel parlare di interesse in questo settore, perché il biologo



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