La sesta moglie (Italian Edition) by Philippa Gregory

La sesta moglie (Italian Edition) by Philippa Gregory

autore:Philippa Gregory [Gregory, Philippa]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B07F19S8F7
editore: Sperling & kupfer
pubblicato: 2018-07-03T00:00:00+00:00


Wbitehall, giugno 1503 .

«Verrete fidanzato a Caterina d'Aragona», annunciò il re al figlio Enrico, pensando al figlio defunto.

Il biondo giovane arrossì come una fanciulla. «Sì, sire.» Era stato educato alla perfezione dalla nonna. Era pronto a tutto, tranne che alla vita vera.

«Non pensate che si giungerà al matrimonio», lo avvertì il padre.

Gli occhi del figlio lampeggiarono per la sorpresa, quindi si smorzarono. «No?» «No. Ci hanno derubati e ingannati ogni volta, ci hanno rigirati come una cortigiana in una taverna. Ci hanno gabbati e ci hanno inebriato di promesse una dopo l'altra come una meretrice ubriaca. Dicono...» s'interruppe, rammentandosi, dall'espressione del figlio, che stava parlando da uomo a uomo, mentre lui era solo un fanciullo. Inoltre non doveva mostrare il suo risentimento, per quanto ferocemente bruciasse.

«Hanno sfruttato la nostra amicizia», concluse, riassumendo. «E ora noi sfrutteremo il loro punto debole.» «Ma siamo tutti amici?» Il padre fece una smorfia, pensando a quella canaglia di un Ferdinando e a sua figlia, la fredda bellezza che l'aveva rifiutato. «Oh, sì», rispose. «Amici leali.» «E così mi fidanzerò e più tardi, quando compirò i quindici anni, ci sposeremo?» Il giovinetto non aveva capito niente. Amen. «Diciamo sedici. » «Arturo aveva quindici anni.» Enrico evitò di fargli notare quanto bene avesse fatto ad Arturo. Inoltre non importava, dato che quel matrimonio non sarebbe mai avvenuto. «Ah, sì», ripetè. «Quindici, allora.» La fronte corrugata del giovane indicava che lui aveva compreso che c'era qualcosa che non andava. «Intendiamo farlo, vero, padre? Non vorrei ingannare una simile principessa. Il mio sarà un solenne giuramento, vero?» «Ah, sì», confermò nuovamente il re.

La notte prima del mio fidanzamento con il principe Enrico faccio un sogno tanto bello che non voglio svegliarmi. Mi trovo nel giardino dell'Alhambra, passeggio mano nella mano con Arturo, rido con lui, gli mostro le bellezze che ci circondano: il grande muro in arenaria che circonda la fortezza, la città di Granada sotto di noi e le montagne dalle cime ricoperte di neve all'orizzonte.

«Ho vinto», gli dico. «Ho fatto tutto ciò che desideravate, tutto ciò che avevamo programmato. Sarò di nuovo la principessa che ero diventata con voi. Sarò la regina che volevate io diventassi. I desideri di mia madre saranno esauditi, verranno realizzati il mio destino, il vostro desiderio e la volontà di Dio. Siete felice adesso, amore mio?» Lui mi sorride, gli occhi affettuosi, il volto tenero, un sorriso che ha solo per me. «Vi proteggerò», mormora. «Sempre. Qui nell'aiJanna.» Esito di fronte allo strano suono della parola sulle sue labbra, poi mi rendo conto che ha usato il termine arabo: aiJanna, che significa sia paradiso, sia cimitero, sia giardino. Per i mori, il paradiso è un giardino, un giardino eterno.

«Un giorno verrò da voi», sussurro, anche mentre la presa della sua mano sulla mia si fa più leggera e poi svanisce, anche se tento di trattenerlo. «Tornerò da voi, amore mio. Ci incontreremo qui nel giardino.» «Lo so», dice e ora anche il suo viso sta scomparendo come nebbia al mattino, come un miraggio nell'aria calda della Sierra.



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