La sottana del diavolo by Neera Zuccari Anna

La sottana del diavolo by Neera Zuccari Anna

autore:Neera Zuccari, Anna [Neera Zuccari, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, Racconti e Leggende
editore: Bauer
pubblicato: 1912-12-14T23:00:00+00:00


L'avventura di tre furbi

Sdraiati in un campo di ravettone i cui fiori gialleggiavano nella maturanza precoce di un giugno ardente i due figliuoli della Menica riposavano, avendo terminato per quel giorno i loro lavori di campagna, aspettando lo zio Titta che doveva passare di lì col vitellino nuovo.

Vissuti sempre insieme di una vita semplice e monotona i due fratelli non avevano grandi cose da raccontarsi, così quando ebbero fatto qualche pronostico sul tempo e convenuto insieme che il ravettone quell'anno prometteva bene Paolo trasse di tasca un mozzicone di sigaro raccolto per via, lo succhiò un poco e lo passò a Pietro, da buoni fratelli abituati a non avere nè tuo nè mio.

- Quel maledetto dente mi duole ancora, - disse Pietro a un certo momento.

- Converrà farlo levare, - soggiunse Paolo.

- Già.

E ricaddero nel silenzio.

Quante fossero precisamente le ore non sapevano. Lo zio Titta doveva passare di lì, essi lo aspettavano; niente altro. Pietro aveva in mano una verghetta e si batteva con essa la coscia, Paolo seguiva cogli occhi il volo di un falchetto. Il sole declinava.

Forse, molto lontanamente, il sospetto che fosse tardi attraversò alla fin fine il cervello di Pietro mettendogli innanzi questa domanda:

- Il diretto è già passato?

- No, non ancora.

- Sei sicuro?

- Sono sicuro. Guarda, è quello che viene adesso.

Entrambi i fratelli aguzzarono le pupille lungo il binario che attraversava i campi a pochi passi dal luogo dove si trovavano. Il piccolo punto indicato da Paolo cresceva a vista d'occhio delineandosi ferreo e nero sulla falda rosata dell'orizzonte seguito dal solito pennacchietto di fumo. Ben presto la locomotiva, i carrozzoni, il bagagliaio sfilarono sotto lo sguardo placido dei due contadini sdraiati nel campo di ravettone, ma - proprio all'istante in cui il treno svoltava tracciando una rapida curva - un oggetto lanciato con violenza da un finestrino venne a cadere non molto lungi da essi.

Pietro voltò appena la testa. Paolo disse:

- Che sarà?

- Un cartoccio vuoto, che vuoi che sia?

- Mi sembra una scatola.

- Una scatola di sardine allora, vuota si intende. La roba che i viaggiatori buttano sulla strada non è mai altro.

- Sicuro. Vorresti che buttassero i portamonete coi biglietti da mille?

I due fratelli risero. Paolo fece una capriola nell'erba.

- Olà, olà, - gridò alle loro spalle la voce dello zio Titta, - perchè non vi muovete? Qualche cosa è caduto dal treno. Bisogna andare a vedere.

- E se è un cartoccio vuoto?

- Vedere bisogna sempre.

Fu Paolo che saltò in piedi per il primo e lo zio Titta dietro, mentre Pietro nicchiava incredulo e neghittoso. Quando però potè scorgere distintamente l'oggetto che il fratello aveva raccolto non fece che un salto balzandogli addosso con sùbito ardore. Paolo era diventato pallido stringendo il pugno contro il petto.

- Vedere, vedere! - gridò Pietro.

- Ih! che furia! È adesso che ti scaldi? - rispose Paolo tenendo sempre il pugno stretto.

Lo zio Titta non parlava. Battista, detto Titta, detto il «Bisogna», era in fama di uomo accorto. Il sopranome di Bisogna glielo avevano dato per una



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