La trilogia del longobardo. Arnisan il longobardo-L'ultimo sogno longobardo-Sangue longobardo by Ugo Moriano

autore:Ugo Moriano [Moriano, Ugo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Historical
ISBN: 9788896608562
Google: 3w1ZjwEACAAJ
editore: COEDIT
pubblicato: 2015-10-15T02:13:39+00:00

Un paio d’ore più tardi, quando le prime ombre della sera iniziavano a calare sulla città, un servo bussò alla porta delle stanze di Arnisan.

- Il Maggiordomo Landari desidera vedervi. Vi attenderà nella cripta dove si trova il corpo di vostro padre. – Comunicò il servo una volta che gli fu concesso di entrare al suo cospetto.

- Digli che lo raggiungerò immediatamente.

Una volta che il servo fu uscito, Arnisan si alzò dalla sedia dietro al tavolo su cui era rimasto seduto da quando Ezio se ne era andato; aveva trascorso tutto quel tempo cercando di valutare tutti i possibili scenari futuri ed ogni eventuale alternativa a quanto aveva esposto al medico senza giungere ad alcuna conclusione.

Riposte all’interno della panca la spada ed il gladio perché tra le mura della reggia non era permesso a nessuno, escluso le guardie reali, di portare armi, uscì nel corridoio e si avviò verso la cripta.

Percorse i lunghi corridoi illuminati fiocamente dalla luce che entrava dalle strette finestre, ricambiando con un cenno del capo i saluti deferenti della servitù che via via incontrava, per poi scendere lungo una delle tre grandi scale di marmo che univano i vari piani del palazzo fino ad arrivare all’imbocco delle cripte.

Sotto l’intera superficie del palazzo reale vi era un piano sotterraneo suddiviso in gran parte tra depositi e cantine unite da un dedalo di corridoi non sempre illuminati in cui lui, il primo giorno che era giunto a palazzo, si era perso. Nella parte sottostante la grande sala dei banchetti era stata invece ricavata una chiesa sotterranea in cui tutti i giorni venivano celebrate le funzioni religiose previste dalla dottrina della Santa Madre Chiesa. In quella chiesa vi si poteva accedere sia attraverso i corridoi sotterranei, sia scendendo lungo un’ampia rampa di mattoni che si apriva alla base del muro alle spalle del tavolo reale. Davanti all’altare vi era un’altra rampa che conduceva, dopo aver attraversato una porta in legno massiccio, in una ulteriore cripta scavata nelle profondità del terreno.

Arnisan varcò quella porta con in mano una lanterna accesa, prelevata da uno dei supporti sporgenti dai massicci pilastri di mattoni che sostenevano la volta soprastante. Era stato in quel luogo una sola volta, durante la celebrazione del funerale di suo padre.

Ritornare là gli riportò alla memoria la gran confusione seguita all’uccisione di Beran; per due giorni l’intero palazzo e tutta la città furono passate al setaccio dalle guardie e dai soldati del Re, alla ricerca di un qualsiasi indizio che permettesse di risalire a colui che aveva compiuto quel gesto addirittura durante un banchetto a cui presenziava il Re.

L’unica indicazione uscita dalla bocca del morente: “Bavaro”, aveva segnato la sorte di una dozzina di bavari presenti tra le mura cittadine che erano stati immediatamente arrestati e torturati senza però riuscire a ricavare da nessuno di loro la ben che minima notizia utile. Tre erano morti durante gli interrogatori, altri due erano ancora detenuti nelle carceri cittadine perché non erano riusciti a dare spiegazioni convincenti sulla loro presenza all’interno del palazzo, i restanti, dopo giorni di tormenti, erano stati rilasciati.

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