La via della femmina morta by Paolo Celin

La via della femmina morta by Paolo Celin

autore:Paolo Celin [Celin, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giovane Holden
pubblicato: 2021-10-14T22:00:00+00:00


9

Già mentre Brando mestamente se ne andava come un pacco postale assieme ai suoi bagagli, rannicchiato all’interno della carrozza, suo padre al contrario stava già pensando alla parte più difficile del problema Maria.

La mattina del giorno seguente alla partenza del giovane, come tutti i giorni la giovane si era presentata alla porta della villa riservata alla servitù per prendere servizio in lavanderia.

Sperava in cuor suo di incontrare il suo amato per un solo attimo, si sarebbe accontentata anche solo di vederlo da lontano, ma non fu così.

La ragazza non sapeva quello che era accaduto a palazzo il giorno precedente, soprattutto non sapeva che non avrebbe mai più rivisto il suo amato Brando.

Incontrò invece lì, ad attenderla, il maggiordomo Battista, che come istruzioni tassative del conte Giacomo, non la fece entrare, anzi la liquidò, in malo modo, gettandole a terra i pochi centesimi di ducato che le spettavano per il lavoro fino ad allora prestato.

Senza darle motivazione alcuna, le disse: “Lavandaia, per ordine irrevocabile dei miei padroni devo comunicarvi che da questo momento voi non sarete più a loro servizio. Prendete e andatevene. Non fatevi più vedere da queste parti per nessun motivo!”

Maria era sconvolta, non capiva, si faceva mille domande, era in confusione, non poteva nemmeno immaginare quale fosse la causa del suo disonorevole licenziamento. Quanto capitato, questo fatto per lei orribile si sommava nella sua testa al pensiero per la sorte del suo amato e al senso di impotenza e incertezza sul suo futuro. Non ebbe la forza di ribattere né di chiedere spiegazioni o tanto meno informazioni sul giovane conte.

Attanagliata corpo e mente da uno sconforto totale e da un pianto a dirotto, uscì dal palazzo con il capo chino e la testa coperta da un fazzoletto di tela calato leggermente sugli occhi quasi a nascondere così i suoi tristi sentimenti.

L’unico gesto che fece, con gli occhi pieni di pianto, e le lacrime che le scendevano lungo il viso andando pian piano a bagnare il vestito all’altezza del suo seno, singhiozzando si volse a guardare per l’ultima volta le finestre della stanza dell’amato.

Sapeva essere quelle della stanza del suo amore segreto, da dove spesso nei mesi precedenti uscivano le dolci melodie che lui stesso suonava nella speranza che lei le udisse, come le aveva peraltro confidato.

Fu proprio lui a confessarglielo in uno dei loro primi incontri amorosi: “Maria, ogni volta che suono il violino, spero tanto che tu possa udire dalle mie finestre quella musica soave che io dedico a te e al nostro amore”.

La strada verso casa fu uno strazio continuo per la povera giovane, il suo cuore batteva fortissimo, le sembrava di morire, e forse per lei quella sarebbe stata la cosa migliore in quel momento.

Una serie infinita di domande le ronzavano nella testa come mille api in un’arnia attorno all’ape regina.

Come avrebbe fatto adesso a dire al padre di essere in quello stato.

Come avrebbe fatto mai a dirgli che l’avevano scacciata dalla villa e da quel lavoro che era l’unica vera fonte di sostentamento della famiglia.



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