La villa sul lago by Boris Pahor

La villa sul lago by Boris Pahor

autore:Boris Pahor [Pahor, Boris]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2024-08-15T00:00:00+00:00


A pranzo arrivò in ritardo, ma almeno quell’incontro era finito, il che lo rendeva felice. Il suo compagno di studi era cambiato.

È meglio che alcuni ricordi rimangano tali, pensò; se oggi non fosse andato a trovarlo, di Dinari avrebbe conservato l’immagine che si era fatto all’epoca dell’università a Bologna. Invece adesso quei ricordi erano in un certo senso rovinati o almeno in buona parte sviliti. Parimenti, è più ragionevole, nella maggior parte dei casi, non cercare più un amore dei tempi andati.

“Durante la guerra?” aveva chiesto stupito l’ex compagno, che teneva sussiegoso le mani nelle tasche del bianco camice da lavoro, fermandosi in mezzo allo studio. “Durante la guerra io ho lavorato come al solito!”

“A me non è stato possibile,” disse lui, scuotendo la testa.

“I tedeschi? I campi di concentramento? Ah, caro il mio Godina, ma io sono un architetto! Non guardo in faccia nessuno, io, non me ne importa niente della camicia che uno indossa, rossa, marrone o nera che sia. Purché paghi, io gli faccio il progetto.”

“Io no. Avevo la sensazione che non avrei mai più potuto costruire case per gli uomini, se quei selvaggi avessero ridotto il mondo in schiavitù. È questa la ragione per cui mi sono ribellato,” gli rispose.

Mi prenderà per un ingenuo, pensava sedendosi a tavola sotto il fitto pergolato, ma scrollò le spalle e aprì il piccolo libro posato sulla tovaglia bianca.

La pergola disegnava, sulla tovaglia e sul libro, ombre che avevano la forma di un favo. Era Mario e il mago, nella nuova edizione economica delle opere brevi di Thomas Mann tradotte in italiano. È una sorta di antidoto all’incontro malriuscito, pensò. Quelle edizioni tascabili gli piacevano in modo particolare. È interessante, pensò, come un libriccino comprato così per caso riesca a rendere completo il senso di un viaggio. La storia dell’ipnotizzatore che, dal palcoscenico, ordina al pubblico qualsiasi cosa gli venga in mente simboleggiava infatti a pennello quel periodo di storia italiana appena concluso.

Aveva incominciato a leggere già in corriera e, tutto preso dal racconto, si sentiva ora quasi dimentico del lago e delle persone.

Solo un altro tavolo era occupato: due signore stavano ad ascoltare incantate un anziano gentiluomo. Non sembrano persone interessanti, si disse mettendosi a fissare il lago che luccicava in basso, con il lento gioco delle onde simili a sciabole e lance d’argento. Sentiva il signore raccontare qualcosa con rabbia e affanno, a bassa voce, e pensò che stava di certo discettando di politica, non poteva esserci altro motivo, se un notabile sussiegoso si incolleriva con tale ansimante fervore. Seppe poi di non essersi sbagliato, quando il distinto signore raccontò alle due dame, con voce commossa, di aver avuto il grande onore di essere stato presente in un momento storico solenne: quando la bandiera monarchica era stata ammainata per l’ultima volta.

Pensa un po’, mormorò sorridendo fra sé.

Poi il signore se ne andò con le due ammiratrici e smise di disturbarlo sicché, confortato, lui riprese a leggere il suo libro. Lo stile è forse un tantino troppo lento e



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