L'airone della pioggia by Robbie Arnott

autore:Robbie Arnott [Arnott, Robbie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: NN
pubblicato: 2024-10-26T23:00:00+00:00

Tre

Il corpo di Ren si accasciò mentre i soldati scattavano in piedi. Raccolsero le attrezzature e la gabbia, circondarono Harker e la portarono via dalla radura, tra i pini al di là del ruscello avvelenato dal cervo.

Sul limitare della foresta Daniel, il giovane medico, si voltò. Vide l’uomo del villaggio strapparsi la giacca di dosso e premerla sullo squarcio nel collo della donna. Suo figlio fissava i soldati in partenza. Daniel incrociò il suo sguardo per un istante, poi si mise a correre.

Seguì i suoi camerati giù per la montagna in una discesa folle nel verde, fino al punto dove il resto della squadra lo stava aspettando. Si fermarono in paese per rubare cibo e carburante, poi salirono sulle loro camionette e partirono a tutta velocità.

Harker non aveva aperto bocca dallo sparo. In realtà, Daniel si rese conto che non la sentiva parlare da quando erano nella grotta. Il silenzio continuò a regnare mentre si allontanavano. La donna non diede alcun ordine ai suoi uomini.

Non c’era nessun secondo al comando, e nessuna linea d’azione da seguire. Alla fine gli uomini decisero comunque di avanzare fino al calare della sera con l’idea di accamparsi in un punto piatto e aperto dove avrebbero potuto contattare il comando supremo, cosa che non avevano potuto fare al villaggio. La montagna bloccava il segnale radio da quando erano arrivati.

Tutt’intorno i pini erano alti e verdi e la fragranza superava il puzzo nero dei gas di scarico. Daniel non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo. La bile gli saliva in gola e l’unica cosa che gli impediva di vomitare era il profumo dei pini. Davanti a sé aveva un altro camion, quello che conteneva la gabbia dell’airone. Dai finestrini vide che il telo nero era ancora al suo posto.

I camion avanzarono rombando tutto il giorno. Quando il sole colpì gli alberi si fermarono vicino a un fiume lento e ampio, e si accamparono sulla riva. Qualcuno accese un fuoco. Un altro perlustrò l’area con aria teatrale. Harker si sedette vicino alle acque placide. Daniel la osservava. Ora era più calmo, e stanco, e si ricordò che, nonostante tutto, era ancora il suo medico.

Si accovacciò accanto a lei, guardando la fessura rossa dell’orbita senza occhio, e pensò che non si sarebbe mai abituato a quella vista. Osservò la patina arrugginita del sangue sul suo viso e si chiese per un attimo se le lacrime sarebbero state abbastanza calde o salate da fendere la crosta, prima di rendersi conto della crudeltà di quel pensiero.

Daniel si voltò verso il fiume. Sentiva i respiri di Harker, brevi, veloci. Aspettò che rallentassero prima di parlare.

Devo medicarla, lo sa.

Lei abbassò il mento in un cenno di assenso.

Sarebbe meglio farlo adesso. Infezioni, emorragie.

Lei annuì.

Ora che aveva il suo permesso, Daniel non la mise alla prova con altre parole. Prese il suo kit e l’aiutò a sdraiarsi su un fianco. Il rumore del fiume lo accompagnava mentre puliva la ferita, tamponava i contorni della cavità e la disinfettava notando come

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